La movida milanese torna a tremare con una confessione che fa scalpore! Giacomo Urtis, il chiacchieratissimo chirurgo dei vip e influencer da milioni di follower, ha sganciato una bomb@ durante l’ultima puntata de La Zanzara su Radio24, condotta da Giuseppe Cruciani.
Parlando della Gintoneria, il locale di Davide Lacerenza finito sotto sequestro per drog@ e prostituzione, Urtis non si è tirato indietro: “Nel privé di Lacerenza ho trombato una volta e ne è valsa la pena!” Una dichiarazione che ha acceso i riflettori su di lui e sul sottobosco della notte meneghina, già al centro di un’inchiesta che ha tr@volto Lacerenza e la sua ex compagna Stefania Nobile. Urtis, habitué del locale in via Napo Torriani, non ha peli sulla lingua: “Da Davide mi divertivo tantissimo, l’ambiente era colorito. Stefania, Wanna e Davide erano molto simpatici.”
Ma il chirurgo dei vip, noto per i suoi ritocchini alle star e le sue apparizioni tv, giura di non aver mai toccato la drog@: “Non pippavo, non fumavo, niente. Ogni tanto, se c’era qualche bonazzo, lo rimorchiavo. Si fa in tutti i locali di Milano, no?” E sulle accuse di sp@ccio e prostituzione che pesano su Lacerenza, Urtis ha le idee chiare: “Davide non è uno spacciatore, né un reclutatore di puttane. Non ho mai visto gente pippare, magari lo facevano in bagno. Ma qualche zoccol@ c’era, come ovunque a Milano.”
Il chirurgo non si ferma qui e lancia una stoccata che sa di provocazione: “Le ragazze che non vanno a lavorare al Conad, come si mantengono con affitti così alti a Milano? Macchine, borse… ovvio che fanno le tr*ie per campare! È colpa della politica!” Una visione cinica che sembra giustificare la presenza di escort nel locale, dipingendo un quadro della nightlife milanese dove tutto è concesso, purché si paghi il prezzo giusto.
“Ci sono più z*occole in altri locali e hotel di Milano, da Davide era niente in confronto,” aggiunge, sminuendo le accuse che hanno portato al sequestro della Gintoneria e del privé La Malmaison.Ma il dettaglio più piccante arriva quando Cruciani gli chiede se sapesse delle telecamere nel privé: “No, non lo sapevo,” confessa Urtis, ridendo. “Comunque mi divertivo, e se c’era da rimorchiare, rimorchiavo. Normale, no?”
La sua leggerezza stride con la gravità delle indagini, che parlano di un giro di escort e cocain@, con pacchetti “all-inclusive” per clienti facoltosi – uno dei quali avrebbe speso un milione di euro in tre anni. Eppure Urtis dipinge la Gintoneria come un semplice ritrovo di piacere, dove il sesso era solo un contorno e la drog@ un’ombra nascosta nei bagni. Mentre Lacerenza e Nobile sono agli arresti domiciliari, le parole di Urtis riaccendono il dibattito: la Gintoneria era davvero un covo di illegalità o solo lo specchio di una Milano che vive di eccessi? Una cosa è certa: questa confessione non passerà inosservata, e il chirurgo dei vip potrebbe aver aperto un vaso di Pandora ancora più grande!