Mauro Corona a Verissimo: “Patente ritirata per vino, vivo solo in tana, morirei per i figli”

Mauro Corona si confessa a Verissimo: patente ritirata per il vino, vita da eremita senza moglie, depressione superata e un amore assoluto per i figli, per cui sacrificherebbe tutto, mentre ammette gli eccessi da “demonio” delle sue sbronze.

Mauro Corona a Verissimo: “Patente ritirata per vino, vivo solo in tana, morirei per i figli”

Mauro Corona, lo scultore-alpinista più selvaggio della tv, si siede da Silvia Toffanin a Verissimo e spara a zero, come un cacciatore in alta quota. Altro che filosofo di montagna, qui si confessa un uomo tormentato, tra sbronze demoniache, patente ritirata e una vita da lupo solitario. “Vivo nella mia tana, senza moglie, dormo tre ore su un letto di legno. Per i miei figli? Mi faccio una bevuta e gli do il cuore, letteralmente”. Roba da far tremare i polsi, altro che prosecco in salotto! 

Il Mauro nazionale non gira intorno: “Da due mesi sono senza patente, me l’hanno ritirata per il vino. Niente alcol, faccio analisi, vedo la psicologa. Se va bene, la riprendo, altrimenti che la vendano quando crepo”. E giù una risata amara. L’alcol, ammette, è stato un amico traditore: “Cento sbronze tranquille, poi una o due che mi entra il demonio e faccio terra bruciata. Turpiloquio in chiesa, offese a chi mi vuole bene, persino un sequestro di persona”. Sì, avete letto bene, sequestro! “Ho smesso di punto in bianco, ma mi manca l’allegria con gli amici. Non ero dipendente, ma quelle bevute mi hanno fatto fare cose vigliacche”.

E ora, sobrio e penitente, si guarda allo specchio con un misto di rimorso e ironia. Non solo vino, però. Corona si mette a nudo sulla depressione che l’ha inchiodato: “Esistevo senza esistere. Per un anno non ho scritto, scolpito, scalato. Ero malinconia viva”. Ora dice di essere “solidificato”, ma il terr*re della m*rte lo perseguit@: “Non tanto di sparire, ma di quelle m*rti che ho visto. E poi c’è il fantasma della demenza di mia madre, che mi bastonava urlando che rubavo crocchette al cane. Qualche crocchetta l’ho mangiata, ma da sbronzo, giuro, non erano del cane!”.

Risata, ma di quelle che nascondono un groppo in gola. E l’amore? Dimenticatevi romanticherie. Corona vive da eremita in una tana con un materassino su un letto di legno, dormendo tre ore a notte. La moglie? “Sta bene, ma ci vediamo poco. Sono egoista, mi piace stare solo. Se l’ha capito, bene, altrimenti si arrangi”. Toffanin, imbarazzatissima, mormora un “povera donna”, e lui rincara: “Ho fatto ingelosire mia moglie per vanità, per essere notato. Ho solo la terza media, cercavo nella tv quello che trovo qui con te, Silvia, uno sfogo”. E giù un mezzo flirt con la conduttrice, che arrossisce mentre il pubblico trattiene il fiato. 

L’unico faro nella tempesta di Corona sono i figli: “Per loro morirei senza pensarci. Se servisse il mio cuore, mi faccio una bevuta a Padova e vado in ospedale. Mi seccherebbe, ma lo farei”. Un amore viscerale, che contrasta con il suo egoismo dichiarato e dà un barlume di calore a un uomo che si descrive come un orso ferit*. Ma guai a parlare di redenzione facile: “La mia paura più grande? Che il cervello mi abbandoni come è successo a mia madre. Quello sì, mi spezzerebbe”.  Mauro Corona esce da Verissimo come un tornado: fragile, spavaldo, contraddittorio. Un uomo che ha fatto pace con i suoi demoni, ma non con il mondo. La patente ritirata è solo l’ultimo capitolo di una vita vissuta al confine tra poesia e dannazione. E mentre il web già si divide tra chi lo ama e chi lo bolla come “esagerato”, una cosa è certa: quest’orso di montagna non smette di graffiare. E noi, con i popcorn in mano, stiamo a guardare.

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