Papa Francesco doveva riguardarsi. Non avrebbe dovuto affrontare viaggi, andare nelle case circondariali o esporsi in piazza San Pietro. Sono tanto dispiaciuto per il suo decesso». Con queste parole, pronunciate con la voce spezzata dalla commozione, Guerino Patani ha accolto il giorno del suo 108° compleanno. Un compleanno amaro, segnato dal doloreper la scomparsa del Pontefice, figura che ha sempre amato e rispettato profondamente. A raccontare il suo stato d’animo all’Ansa è il nipote, Francesco Piunti, che lo accompagna nel giorno di festa.
Ma la gioia è attenuata da un lutto sentito nel profondo, da chi come Guerino ha attraversato oltre un secolo di storia, con lucidità e una fede incrollabile. Ex brigadiere dell’arma dei Carabinieri, Patani fu arruolato a Teramo e iniziò il suo servizio al portone di bronzo in Vaticano. Da lì, fu testimone diretto di eventi epocali, servendo a Roma in alcuni dei momenti più critici del Novecento italiano, compresa la visita di Hitler a Mussolini, periodo in cui mantenne la sua postazione con rigore e senso del dovere.
Con una memoria ancora sorprendentemente vivace, Guerino ricorda spesso i giorni concitati dell’armistico dell’8 settembre 1943, firmato da Badoglio, che lo colse in servizio attivo. Dopo Roma e l’Abruzzo, si trasferì nelle Marche, dove nel 1970 fondò la sezione di Grottammare dell’Associazione Nazionale Carabinieri, lasciando un’impronta duratura anche nella vita civile. Oggi vive a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, dove conduce ancora una vita autonoma. Si reca personalmente a fare la spesa nel suo quartiere e, nonostante l’età, preferisce muoversi da solo per non disturbare la figlia Valeria e il genero Vito, con i quali vive.
Sta bene, cammina senza difficoltà, recita ogni giorno il rosario davanti alla televisione e segue con attenzione ogni notizia», racconta ancora il nipote. Uomo di profonda sensibilità e spiritualità, Guerino è legato alla fede cattolica in modo viscerale. Ex simpatizzante della Democrazia Cristiana, ha sempre vissuto la religione come guida morale e personale. «Si commuove ogni volta che ricorda i colleghi caduti alle Fosse Ardeatine», dice Piunti, «e ora vive il lutto per la scomparsa del Santo Padre come se avesse perso un parente stretto».
A festeggiare con lui oggi, accanto alla figlia e al genero, ci sono i nipoti Francesco con Lisa, Marialisa con Danny e i pronipoti Massimo e Riccardo. Un affetto sincero e una vita che, come sottolinea il nipote, «sembra davvero un libro di storia: scritto in divisa, con lo sguardo fiero e vigile di chi non ha mai smesso di servire il Paese e di credere nel valore della fede, della memoria e della giustizia».