Torino: nelle Asl sono banditi termini come "nano" e "bangla"

Bruno Osella, direttore generale dell'Asl di Torino, ha redatto delle linee guida da dove sono esclusi termini quali "deforme" o "nano" per favorire un linguaggio che sia maggiormente rispettoso tra medico e paziente.

Torino: nelle Asl sono banditi termini come "nano" e "bangla"

Considerando cosa accade tra i reparti degli ospedali con discussioni tra i sanitari e i pazienti, la Asl di Torino ha deciso di porre una sorta di veto promuovendo un linguaggio che sia maggiormente inclusivo e meno irrispettoso. Per questo, in base alle linee guida dell’Asl del capoluogo piemontese, alcuni termini quali “dell’altra sponda” saranno banditi e quindi non più utilizzati nel colloquio e nel rapporto che si instaura tra pazienti e sanitari. 

Oltre a questi termini, sono anche vietate parole come “racchia” o “muso giallo” per indicare la nazionalità asiatica, cinese, in particolar modo. Un provvedimento, un documento firmato da Bruno Osella, il direttore generale, proprio per evitare qualsiasi tipo di discriminazione, anche per quanto riguarda l’orientamento, tra il medico e il paziente.

In questo modo, come riportato anche da Today, si punta a un linguaggio che sia il più rispettoso possibile. Per esempio, al posto di termini come cambio di persona si dovrebbe usare l’espressione percorso di affermazione di genere, deforme sostituito da persona con disabilità e nano da persona di bassa statura, e così via. 

Un documento che non punta soltanto all’uso di termini adeguati ma anche a un percorso per l’inclusione di genere. In tal senso, bisogna optare per delle formulazioni che prevedano sia il maschile che il femminile, come per esempio l’espressione “care/i” per indicare entrambi i generi oppure “persone volontarie” al posto di “i volontari”

Un documento che, come sanno bene, sarà oggetto anche di critiche e commenti negativi, come affermano: “Siamo consapevoli ma ci adoperiamo per “avere cura di applicare nella pratica alcuni dei principi fondanti del nostro sistema sanitario: equità, pari trattamento, uguaglianza dei cittadini senza distinzioni di religione, di etnia, di età”.

Una questione che difende Osella dal momento che si occupano di “persone fragili” per cui non è possibile ridicolarizzarle ulteriormente.

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