Johnson Righeira, all’anagrafe Stefano Righi, è tornato a far parlare di sé, non solo per la sua carriera musicale, ma anche per la sua passione per la cucina e il vino. Oltre a essere cantante, produttore discografico e recentemente anche vinicolo, Righeira ha rivelato un altro lato di sé in un’intervista a Cook, raccontando come ha affrontato la sua partecipazione al Festival di Sanremo e il cambiamento fisico che ha vissuto per prepararsi all’importante evento.
Il suo ritorno a Sanremo, a 39 anni di distanza dalla sua prima partecipazione con il brano Innamoratissimo nel 1986, è stato segnato da una preparazione particolare, che ha incluso anche una dieta severa. Righeira ha confessato di aver seguito per un mese e mezzo la dieta Scarsdale, un regime alimentare iperproteico che promette risultati rapidi.
Questo tipo di dieta, conosciuta come la “dieta dell’ultimo minuto“, si basa su una drastica riduzione dei carboidrati e dei grassi, e su un incremento di alimenti ricchi di proteine. In un periodo breve, ha perso ben 11 kg, ma ha sottolineato l’importanza di seguire tale dieta sotto la supervisione di un professionista. A chi gli chiedeva se avesse sofferto la fame, Righeira ha risposto con sincerità: “Ogni tanto ho sognato qualche pagnotta croccante, ma alla fine sono stato piuttosto bravo“.
La dieta ha richiesto rinunce, soprattutto alla tavola, ma il cantante ha comunque trovato il modo di concedersi qualche piccolo piacere, come una passeggiata lunga e il consumo di bevande salutari. Ma la vera passione di Righeira rimane la cucina e il buon cibo, che non ha mai abbandonato, nemmeno durante la sua dieta.
Oltre alla dieta, il preparativo per il Festival di Sanremo ha incluso anche alcuni rituali più personali. Righeira ha scherzato, dicendo che prima di salire sul palco non si sarebbe mai lasciato scappare due gocce di tranquillante, ma ha anche rivelato che uno dei piatti che più gli piace mangiare è il brandacujun, un piatto tipico del Ponente ligure a base di baccalà e patate, che ha consumato nei giorni del Festival insieme a un bicchiere di Rossese.
Un altro aspetto interessante della sua vita è la sua recente passione per la viticoltura. Righeira ha infatti intrapreso un progetto vitivinicolo con il nome di Kottolengo e ha lanciato il suo vino, il “Kutu“, un Erbaluce in anfora che rappresenta una fusione tra la sua terra e la sua personalità. Il nome Kutu, che deriva dal dialetto torinese e significa “matto”, riflette il suo carattere e la sua passione per l’originalità. Ma non solo la musica e il vino: la gastronomia è sempre stata una componente fondamentale della sua vita. A tal punto che, nei suoi contratti, ha richiesto una “postilla gastronomica” che obbliga il suo manager a portarlo a mangiare in trattorie tipiche ogni volta che si esibisce in una nuova città. A Sanremo, ad esempio, non ha rinunciato a un piatto di pesce locale accompagnato da un bicchiere di Pigato.