Nonostante il diritto non all’aborto ma alla libera scelta di una donna di poter interrompere la gravidanza, percorso mai facile e di indubbio impatto psicologico, oggi, stando anche a dati recenti, abortire legalmente in Italia è sempre più difficile, se non impossibile. E’ addirittura di qualche giorno fa, il caso di una deputata del Pd che non è riuscita a trovare all’interno del Senato stesso un medico disposto a darle la pillola del giorno dopo poiché tutti obiettori. Attualmente negli ospedali Italiani si registrano, stando ad ultime statistiche, addirittura il 90% dei medici obiettori, tanto che molte donne sono costrette ad andare fuori regione molto spesso, per fare ciò che in teoria la legge 194 garantisce loro.
Proprio per questo motivo nasce, insieme a quei pochi medici non obiettori rimasti, una rete di avvocati, disposti ad aiutare le persone in questo percorso che appare sempre più ad ostacoli, certificato da una ricerca effettuata dalla Laiga (Libera associazione italiana dei ginecologi per l’applicazione della legge 194).
Le statistiche a tal riguardo sono decisamente impietose; nei primi 3 mesi di possibile interruzione, solo il 64% degli ospedali è disponibile all’interruzione di gravidanza, quando per legge in teoria, dovevano essere il 100%. Va peggio, decisamente peggio, quando si supera tale termine e si è decisi ad abortire per malformazioni al feto; a questo punto, gli ospedali disposti all’interruzione diventano un vero e proprio miraggio, tanto che si inizia a parlare di “pellegrinaggio” all’estero. Al di là delle proprie convinzioni religiose o meno, sono dati davvero sconfortanti, considerando appunto che teoricamente a tal riguardo esiste una legge, tra l’altro avuta dopo numerosi anni, scontri e battaglie.
Tra le regioni più problematiche in questo senso è il Lazio, dove attualmente, il presidente della Regione Zingaretti, ha emanato disposizioni più ristrette sulla libertà morale dei medici, messa troppo spesso in primo primo rispetto al dovere morale di assistenza e di libera scelta delle donne, facendo si che accessi a farmaci, o ad un aborto deciso o terapeutico che sia, diventasse se non impossibile davvero molto molto difficile ed estenuante, tanto da costringere appunto molto donne a rivolgersi all’estero.