I dispositivi tecnologici, come cellulari e tablet, sono ormai diventati di dominio comune. Ognuno di noi ha un cellulare, compresi ragazzini e bambine al di sotto dei 12 anni. Un’abitudine, se così vogliamo chiamarla, che il noto psicoterapeuta Paolo Crepet non approva, anzi, ne rimprovera l’uso eccessivo con genitori troppo permissivi nei confronti dei figli scagliandosi così contro le famiglie che dovrebbero essere maggiormente autoritarie.
A seguito dei recenti fatti di cronaca accaduti, con diversi episodi di bullismo, ma anche uso di coltelli, come accaduto recentemente, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dice la sua in merito con parole molto dure verso la società odierna e i genitori. La televisione con i cartoni animati giapponesi, la Playstation e ora i social sono, a suo dire, considerati un danno.
Afferma di aver parlato anche con Valditara, Ministro dell’Istruzione, il quale aveva proibito l’uso dei telefoni al di sotto dei 12 anni e Paolo Crepet segue questa linea dal momento che secondo lui, andrebbero vietati a quest’età. Non si tratta di un cambiamento immediato, ma di un modo di educare i giovani che risulta sbagliato e non adatto.
Parla di ragazzini di 13 anni che si comportano come se avessero “la patente di un adulto” facendo serate fino a tarda notte a base di sesso, droga e molto altro. Arriva poi a fare un duro affondo ai genitori e di conseguenza la famiglia che “non c’è più, intesa anche in senso più contemporaneo, per intenderci quella del Dopoguerra”.
I genitori non sarebbero in grado di imporsi e mostrare la propria autorità con i figli. Considera i genitori di oggi, quindi una generazione di 40-45 anni, inadeguata, dal momento che non sanno mettere dei limiti che sono giudicati come riprovevoli e quindi agevolano la vita dei ragazzi in tutti i modi.
Si sofferma anche sul ruolo del professore che si rivela intimorito, spaventato perché non sa cosa fare. Spesso sono emarginati e oggetto di abuso anche perché i bambini, compreso quelli delle scuole elementari, sanno comandare.