La piattaforma social X, precedentemente conosciuta come Twitter, si trova al centro di una controversia legale in Australia che le è costata una multa di circa 418.000 dollari. La sanzione è stata inflitta dalla Corte Federale australiana per l’inadempienza della piattaforma nella gestione dei contenuti sensibili e per non aver risposto adeguatamente alle richieste delle autorità di regolamentazione, in particolare riguardo alle misure di sicurezza per i minori online.
Il caso ha preso piede quando l’eSafety Commissioner, l’autorità australiana preposta alla sicurezza online, ha richiesto informazioni dettagliate su come X stesse affrontando il problema della diffusione di materiale legato allo sfruttamento sessuale dei minori. L’autorità ha ritenuto fondamentale avere trasparenza e collaborazione da parte della piattaforma per proteggere gli utenti più vulnerabili, soprattutto in un’era in cui i social media rappresentano una delle principali vie di accesso a internet per i minori.
Tuttavia, X non ha fornito risposte soddisfacenti. Dopo l’acquisizione e la successiva riorganizzazione aziendale da parte di Elon Musk, i legali della piattaforma hanno sostenuto che, con la nuova struttura societaria, X non fosse più vincolata dalle normative locali australiane. In altre parole, la ristrutturazione avrebbe esentato l’azienda dagli obblighi normativi del paese, rendendo inutile rispondere alle richieste delle autorità.
La Corte Federale australiana ha respinto categoricamente questa difesa, ritenendola infondata e pericolosa. Julie Inman Grant, il Commissario per la sicurezza online, ha evidenziato che una simile argomentazione potrebbe costituire un precedente molto grave, aprendo la strada ad altre aziende internazionali che potrebbero tentare di eludere le normative locali attraverso fusioni o riorganizzazioni societarie. Grant ha anche sottolineato che X, come piattaforma con un impatto globale, ha la responsabilità di rispettare le leggi di ogni nazione in cui opera, specialmente quando queste riguardano la protezione dei minori e la prevenzione della diffusione di contenuti sensibili.
Il governo australiano, infatti, si è dimostrato molto rigoroso nel far rispettare le norme di sicurezza online, e la decisione della Corte Federale conferma questa linea dura nei confronti delle piattaforme che non rispettano tali regolamenti. Non è la prima volta che X si scontra con le autorità australiane. In precedenza, all’inizio dell’anno, la piattaforma è stata ordinata di rimuovere un video che mostrava un episodio di accoltellamento. Anche in quel caso, X ha contestato l’ordine in tribunale, sostenendo che un regolatore di un singolo paese non dovrebbe avere il potere di influenzare i contenuti accessibili a livello globale.
Musk ha più volte espresso la sua contrarietà a questo tipo di regolamentazioni, arrivando a definire le richieste di rimozione dei contenuti come forme di censura. Il caso australiano potrebbe avere conseguenze a livello internazionale. La decisione della Corte potrebbe incoraggiare altre nazioni ad adottare misure simili per richiedere maggiore trasparenza e responsabilità alle piattaforme social nella gestione di contenuti sensibili, in particolare quelli che coinvolgono i minori. Di fronte alla crescente pressione globale per una maggiore regolamentazione dei social media, X e altre piattaforme potrebbero essere costrette a rivedere le loro politiche interne per evitare sanzioni simili in altri paesi.
La multa di 400.000 dollari rappresenta quindi non solo una sanzione economica, ma un segnale chiaro da parte delle autorità: la gestione dei contenuti online, soprattutto quelli sensibili, deve essere presa con la massima serietà. La sicurezza dei minori e la prevenzione della diffusione di contenuti illeciti non possono essere trascurate o aggirate con argomentazioni giuridiche basate su cambiamenti strutturali aziendali.