Chi ha avuto un’ulcera ha un rischio maggiore di contrarre il Parkinson

Un nuovo studio condotto da ricercatori statunitensi ha rilevato una forte associazione tra le ulcere della mucosa gastrointestinale superiore e un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.

Chi ha avuto un’ulcera ha un rischio maggiore di contrarre il Parkinson

Le persone che hanno avuto di ulcere allo stomaco o all’esofago presentano un rischio significativamente superiore di sviluppare il morbo di Parkinson. Questo è il risultato di un nuovo studio che ha esaminato l’associazione tra le lesioni infiammatorie della mucosa gastrointestinale superiore e l’insorgenza di questa patologia neurodegenerativa, caratterizzata da sintomi come tremori, rigidità muscolare e perdita di coordinazione.

La ricerca si aggiunge a una crescente evidenza scientifica che suggerisce un legame stretto tra il sistema digestivo e il Parkinson. Ad esempio, uno studio recente condotto da ricercatori belgi dell’Ospedale Universitario di Ghent ha mostrato che il trapianto di microbiota fecale da persone sane a individui affetti da Parkinson può migliorare i sintomi motori del malanno. Un altro studio statunitense ha rivelato che la flora batterica intestinale dei pazienti con Parkinson presenta differenze significative rispetto a quella delle persone sane.

L’associazione tra ulcere e aumento del rischio di Parkinson offre quindi nuove prospettive per individuare precocemente i pazienti più a rischio. La ricerca che ha individuato questo legame è stata condotta da un team di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università di Harvard e l’Università Tufts. Guidati dal professor Subhash Kulkarni, docente di Gastroenterologia, i ricercatori hanno analizzato un ampio campione di circa 10.000 pazienti senza precedenti di Parkinson, monitorati per diversi anni.

Tutti i partecipanti, con un’età media di 52,3 anni, erano stati sottoposti a endoscopie tra il 2000 e il 2005, e i dati raccolti sono stati incrociati con la successiva comparsa del malanno.I pazienti sono stati divisi in due gruppi: coloro che presentavano danni al tratto gastrointestinale superiore, come ulcere, esofagite e lesioni peptiche, e quelli che non ne mostravano segni. L’analisi ha rivelato che i soggetti con danni alla mucosa avevano un rischio del 76% maggiore di sviluppare il Parkinson rispetto agli altri. Inoltre, i ricercatori hanno identificato altre condizioni digestive, come stitichezza, disfagia e infezioni da Helicobacter pylori, come potenziali fattori associati al malanno.

Il professor Kulkarni ha sottolineato l’importanza di queste scoperte, spiegando che “il Parkinson è stato tradizionalmente descritto come una malattia che si diffonde dal cervello verso il resto del corpo, ma esiste un’ipotesi emergente secondo cui potrebbe iniziare nell’intestino e poi raggiungere il cervello“. Questo rafforza l’idea che disturbi gastrointestinali possano rappresentare segnali precoci del malanno. I risultati di questa ricerca, pubblicati sulla rivista scientifica JAMA, forniscono quindi nuove indicazioni per medici e ricercatori. Monitorare con attenzione i pazienti che soffrono di problemi alla mucosa gastrointestinale potrebbe aiutare a individuare con anticipo chi è più esposto al rischio di sviluppare il Parkinson, aprendo nuove vie per la prevenzione e il trattamento di questa complessa del malanno.

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