Nuovo test prevede il rischio di infarto e ictus nelle donne con un anticipo di 30 anni

Un team di ricerca internazionale ha scoperto che un semplice test può prevedere il rischio di malanni cardiovascolari gravi e potenzialmente letali nelle donne con decenni di anticipo.

Nuovo test prevede il rischio di infarto e ictus nelle donne con un anticipo di 30 anni

Un semplice esame può prevedere con decenni di anticipo il rischio di gravi malanni cardiovascolari nelle donne, come infarto e ictus. Le patologie cardiache e vascolari sono tra le principali cause di decesso nei Paesi industrializzati, quindi poterle prevedere con anticipo rappresenta un enorme passo avanti nella prevenzione. I ricercatori hanno identificato che i livelli di tre specifici elementi due tipi di grassi e un marcatore dell’infiammazione  sono altamente predittivi del rischio cardiovascolare.

Identificando le anomalie, si può intervenire tempestivamente con modifiche dello stile di vita o terapie preventive, riducendo così il rischio di sviluppare questi malanni anche trent’anni prima della loro manifestazione. Tuttavia, è fondamentale sottoporsi a controlli regolari.Questa scoperta è stata realizzata da un team internazionale di ricercatori, guidato dagli scienziati del Brigham and Women’s Hospital di Boston, in collaborazione con la Harvard T.H. Chan School of Public Health, il Boston Children’s Hospital e l’Università di Porto in Portogallo.

Lo studio, coordinato dal professor Paul M. Ridker, si è concentrato su tre fattori di rischio modificabili: la proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP), legata all’infiammazione; le lipoproteine a bassa densità (LDL-C), comunemente note come “colesterolo cattivo”; e le lipoproteine o Lp, una variante ereditaria del colesterolo LDL. Questi elementi possono essere facilmente rilevati attraverso un esame, offrendo così una visione chiara del rischio individuale. Per comprendere meglio l’impatto di questi fattori, il team ha esaminato i dati di circa 30.000 donne coinvolte nel Women’s Health Study, con un’età media di 54,7 anni. Nel corso di un follow-up di trent’anni, si sono verificati oltre 3.600 eventi cardiovascolari, inclusi infarto, ictus, interventi di rivascolarizzazione e decessi per malagni cardiovascolari. Le partecipanti sono state suddivise in gruppi in base ai livelli di hsCRP, LDL-C e Lp, e i ricercatori hanno scoperto che le donne con livelli più elevati di questi marker presentavano un rischio significativamente maggiore di eventi cardiovascolari.

In particolare, le donne con alti livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità avevano il 70% di probabilità in più di sviluppare un evento cardiovascolare rispetto a chi aveva valori bassi; per il colesterolo LDL elevato, il rischio aumentava del 36%, mentre per le lipoproteine(a) il rischio saliva del 33%. Quando questi tre fattori erano combinati, il rischio di eventi cardiovascolari maggiori risultava più che raddoppiato, con un aumento del rischio di ictus di ben 3,7 volte. “Non possiamo trattare ciò che non misuriamo. Per fornire la migliore assistenza possibile, è necessario uno screening universale che includa infimmazioni, colesterolo e lipoproteina“, ha spiegato il professor Ridker. Ha sottolineato che aspettare fino ai 60 o 70 anni per iniziare a prevenire infarti e ictus nelle donne è una strategia destinata a fallire. Anche l’epidemiologa Julie Buring, coautrice dello studio, ha ribadito l’importanza di iniziare la prevenzione cardiovascolare in giovane età.

Gli esperti raccomandano controlli regolari e interventi tempestivi sui valori anomali. Oltre alle modifiche dello stile di vita, come una dieta sana, l’attività fisica e l’eliminazione di fumo e alcol, esistono farmaci efficaci, come le statine o la colchicina, che possono aiutare a gestire i livelli di colesterolo o l’infiammazione. Senza interventi, l’accumulo di placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni può portare a gravi conseguenze, come l’occlusione delle arterie e eventi letali. Lo studio ha dimostrato che, sebbene sia stato condotto su un campione femminile, i risultati sono applicabili anche agli uomini. I dettagli di questa ricerca innovativa sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicine, offrendo nuove speranze per una prevenzione mirata e personalizzata dei malanni cardiovascolari.

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