La vicenda vissuta da Chiara Ariu, influencer e esperta di allevamento e benessere animale seguita da oltre 97.000 persone su Instagram, ha riacceso il dibattito sulla necessità di una regolamentazione più stringente per la detenzione dei cani. Il decesso del suo Jack Russell Terrier, Milo, tragicamente morso da un altro cane all’Isola d’Elba, sta spingendo verso una presa di coscienza collettiva sull’importanza della formazione per i proprietari di cani.
Il 6 maggio, durante una passeggiata sulla spiaggia, Milo è stato attaccato da un cane di 50 chili, lasciato libero dai suoi proprietari. “Il mio cane era al guinzaglio, l’altro no. Ho tentato di intervenire, ma la disparità di forze era troppo grande,” ha condiviso Chiara, visibilmente scossa. Il sinistro ha avuto esiti pesantissimi per Milo, che era stato salvato anni prima dal traffico illegale di animali e aveva trovato in Chiara non solo un rifugio sicuro ma anche la fama sui social media.
Il caso di Milo non è isolato. Episodi simili si verificano con una frequenza allarmante, spesso con conseguenze ancora più tragiche. Solo ad aprile, il piccolo Francesco Pio, un bambino di 15 mesi, è deceduto dopo essere stato morso da due cani mentre era in braccio alla madre. Situazioni di questo tipo sollevano questioni urgenti sulla responsabilità e la preparazione dei proprietari di cani.
“Non basta più avere un patentino che attesti la capacità di impartire comandi di base. Chi decide di prendere un cane deve essere adeguatamente preparato per gestirlo in ogni situazione,” insiste Chiara. L’esperta ritiene indispensabile un intervento legislativo che introduca corsi obbligatori, simili a quelli previsti per i neopatentati, prima di poter detenere un cane.
L’emozione suscitata dalla morte di Milo ha portato Chiara a lanciare una campagna di sensibilizzazione su Instagram con l’hashtag #giustiziapermilo, che ha rapidamente guadagnato supporto. L’obiettivo è spingere le istituzioni a prendere provvedimenti concreti per prevenire situazioni del genere.