Chef denuncia punizioni e insulti nel ristorante di Giorgio Locatelli: "Ho perso 20 kg per lo stress"

Davide Nanni, uno chef italiano ora celebre sui social e in televisione, ha recentemente pubblicato un libro intitolato "A Sentimento", nel quale racconta le sue esperienze lavorative, in particolare quella nel ristorante di Giorgio Locatelli a Londra.

Chef denuncia punizioni e insulti nel ristorante di Giorgio Locatelli: "Ho perso 20 kg per lo stress"

Davide Nanni è il nome che riecheggia tra i corridoi della gastronomia italiana e oltre. La sua ascesa a star dei social media e del piccolo schermo trova nuove vette con la pubblicazione del suo ultimo lavoro letterario, “A Sentimento“. Un libro che non solo delinea le ricette del successo culinario, ma svela anche le sfide personali e professionali affrontate da Nanni nel corso della sua carriera.

Il cuoco, ora attivo in Abruzzo, in un intimo racconto al Corriere della Sera, ripercorre i suoi giorni nel noto ristorante di Giorgio Locatelli a Londra. Una esperienza formativa molto stressante, che Nanni descrive con disarmante sincerità nel suo libro. “Accettai l’offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di diploma. Partii con la mia ragazza, presa nello stesso ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il mondo,” ricorda Nanni, prima di addentrarsi nei dettagli più oscuri di quella che doveva essere un’avventura entusiasmante.

La gestione del ristorante, affidata a tre figure chiave (uno chef, un sous chef e un capo partita) si trasformò nel suo “peggior incubo“. Nonostante l’ambiente di lavoro ostile, caratterizzato da nonnismo e compiti umilianti per i nuovi arrivati, Nanni era determinato a imparare e dimostrare il suo valore. Tuttavia, si ritrovò presto nel mirino del sous chef, che lo umiliava pubblicamente e complicava ulteriormente la sua vita lavorativa con compiti impossibili e lunghe ore di lavoro, che talvolta superavano le 16 ore giornaliere.

Nanni racconta episodi particolarmente duri, come quando fu colpito al volto con un mazzo di rucola o accusato ingiustamente di aver causato un disastro in cucina, che lo portarono a lavorare in condizioni estreme, a volte concedendosi solo brevi momenti di riposo in bagno, dormendo per pochi minuti su uno strofinaccio.

Il culmine di questa esperienza estenuante giunse quando, dopo un ennesimo insulto del sous chef, Nanni decise che era il momento di andarsene. “Non ricordo con esattezza cosa mi urlò il sous chef, ma so che superò il limite. Mi strappai la giacca di dosso, la sbattei a terra e me ne andai,” rivela Nanni, segnando la fine di un capitolo molto difficile della sua vita.

Tornato in Italia, visibilmente dimagrito ma con un bagaglio di esperienze imparagonabile, Davide Nanni ha trovato la forza di trasformare le avversità in opportunità. “A Sentimento” è più di un libro di cucina; è il racconto di una resilienza, di una passione per l’arte culinaria che non conosce ostacoli, e del coraggio di seguire il proprio cuore, nonostante le difficoltà.

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