Confiscato "Il Castello delle Cerimonie", La Sonrisa non è più dei Polese

Il ristorante "La Sonrisa", noto per il reality "Il Castello delle Cerimonie", è stato confiscato dal comune di Sant’Antonio Abate per di una serie di abusi edilizi. "Ricorreremo alla Corte dei Diritti dell'Uomo" , comunica l'avvocato della famiglia Polese.

Confiscato "Il Castello delle Cerimonie", La Sonrisa non è più dei Polese

Il ristorante “La Sonrisa” non è più di proprietà della famiglia Polese ed è stato ufficialmente confiscato dal Comune di Sant’Antonio Abate in seguito ad una sentenza emessa giovedì 15 febbraio dalla Cassazione. Il locale è noto anche come “Il Castello delle Cerimonie” dal nome del popolare reality in onda su Real Time che mostra matrimoni, comunioni ed altre cerimonie in classico stile napoletano che si svolgono al suo interno.

Inizialmente di proprietà di Antonio Polese, capostipite della famiglia e noto come “Il Boss delle Cerimonie“, deceduto all’età di 80 anni nel 2016, due anni dopo l’inizio della popolare trasmissione dedicata al suo ristorante. Lo show e le attività della struttura sono continuate sotto la guida della figlia Imma Polese e del marito Matteo Giordano

I guai giudiziari hanno però seguito la famosa famiglia da oltre dieci anni. Fu infatti nel 2011 che gli inquirenti contestarono ai Polese una lunga serie di abusi edilizi all’interno della struttura, realizzati a partire dal 1979 e che interessano un’area di circa 40mila metri quadri. Nel 2016 il Tribunale di Torre Annunziata ha emesso una sentenza di condanna ad un anno di reclusione con pena sospesa a carico di Rita Greco, vedova di Antonio Polese poi deceduta nel 2020, e di Agostino Polese, fratello di don Antonio, all’epoca amministratore della società.

La Corte di Appello di Napoli ha in seguito riformato la sentenza di primo grado, che è poi passata davanti alla Cassazione. Quest’ultima ha stabilito giovedì che terreni ed immobili di proprietà della famiglia Polese, tra cui anche la famosa struttura ricettiva, passeranno al Comune di Sant’Antonio Abate.

La famiglia Polese però non si arrende, facendo sapere tramite il proprio legale, l’avvocato Vincenzo Maiello, che faranno ricorso. “Per salvare il ristorante La Sonrisa“, ha dichiarato il legale, “continueremo a lottare per una sentenza che sancisca l‘illegittimità di questa confisca urbanistica. Ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dove riteniamo di poter ottenere il riconoscimento dell’illegittimità di questo provvedimento“.

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