Ci ha lasciati all’età di 84 anni l’attore toscano Marcello Marziali, che negli ultimi anni era diventato popolare con il grande pubblico grazie al ruolo di Gino nella popolare serie tv “I Delitti del Barlume“. A darne notizia è staa la pagina Instagram ufficiale del telefilm, che ha scritto come didascalia ad una foto dell’attore: “Ciao Gino. È stato un piacere e un onore conoscerti“.
Marziali, nato a Livorno, aveva per anni affiancato la passione per la recitazione a teatro con la carriera di ragioniere. Solo in età avanzata iniziò a ricoprire ruoli in film importanti, fino al grande successo degli ultimi anni. Sul grande schermo il suo primo ruolo fu in “Jesus” del 1999, seguito dalla commedia romantica “Sotto il sole della Toscana” del 2003 e “L’estate del mio primo bacio” del 2005 di Carlo Virzì.
Il grande pubblico però ha apprezzato la doti dell’attore grazie al ruolo di Gino Rimediotti nella serie “I Delitti del Barlume”, tratta dai romanzi di Marco Malvaldi. Era uno dei “bimbi“, così soprannominati dal protagonista Massimo (Filippo Timi), che componevano il “quartetto uretra“. Erano loro il gruppo di vecchietti che a Pineta, cittadina di fantasia dove è ambientata la serie, trascorreva le giornate a giocare a carte, finendo per diventare detective amatoriali ed aiutare a risolvere i casi.
Il quartetto era diventato già da tempo in trio, dato che dopo la prima stagione era venuto a mancare il compianto Carlo Monni, interprete di Ampelio Viviani, lo zio del protagonista Massimo. Il suo posto nel gruppo era stato riempito dal personaggio di Emo Bandinelli, che ha il volto di Alessandro Benvenuti.
Il regista Roan Johnson ha assicurato che ci saranno degli omaggi dedicati a lui nelle nuove puntate. “È stato un piacere lavorare e stare con te” su Instagram nel suo tributo a Marziali. “Anche una divertentissima faticaccia eh, quando ci facevi impazzire con le battute, che cambiavi di posto, distorcevi, inventavi di sana pianta. Sentivi la pressione del set, le camere, gli altri attori. Ma poi in un modo o nell’altro la beccavi… e quanto facevi ridere!“.