In corso negli Stati Uniti, i procedimenti antitrust contro Google stanno portando a emergere diversi segreti nascosti sui rapporti tra i giganti della tecnologia (qui tra Samsung e Google). Ora è stato rivelato un altro fatto scomodo, questa volta molto probabilmente dannoso per la reputazione di Apple. Si è scoperto che Apple e Google hanno un accordo commerciale in base al quale il colosso Apple rende Google il motore di ricerca predefinito su iPhone, in cambio del quale riceve fino al 36% dei ricavi multimiliardari di Google, generati monitorando le abitudini di ricerca degli utenti iPhone a fini pubblicitari.
Questa rivelazione mette in luce la posizione ambigua di Apple riguardo al tracciamento degli utenti. Nel caso qualcuno lo avesse dimenticato, Apple ha più volte sottolineato la sua preoccupazione per la privacy e il suo disinteresse nel monitorare le abitudini degli utenti iPhone. Inoltre, iOS 14.5 ha introdotto strumenti di trasparenza del tracciamento che consentono agli utenti di impedire alle app di terze parti di raccogliere dati su se stessi.
Tutto ciò rende le dichiarazioni di Tim Cook e le iniziative di Apple piuttosto false. In pubblico, Apple parla molto di quanto sia importante la privacy degli utenti e di quanto il tracciamento dei dati sia terribile. Ma dietro le quinte, l’azienda sta segretamente guadagnando miliardi di dollari dalle ricerche di Google su l’iPhone.
In tribunale, l’esperto economico di Google ha dichiarato che l’accordo con Apple è stato stipulato nel 2014 e che è stato rinnovato nel 2019. L’accordo prevede che Apple riceva una commissione del 36% su tutti i ricavi pubblicitari generati da ricerche su Safari. Si stima che questo accordo valga ad Apple circa 15 miliardi di dollari all’anno. L’accordo tra Apple e Google è stato criticato da diversi esperti di privacy.
Secondo loro, l’accordo contraddice le affermazioni di Apple sulla privacy e mette a rischio la privacy degli utenti iPhone. Apple non ha ancora commentato la notizia. Le implicazioni di questo accordo sono molteplici. In primo luogo, dimostra che Apple non è così preoccupata per la privacy degli utenti come sostiene. In secondo luogo, solleva interrogativi sulla trasparenza di Apple nei confronti dei propri utenti. In terzo luogo, potrebbe avere un impatto negativo sulla concorrenza nel mercato dei motori di ricerca. È probabile che questo accordo sia oggetto di ulteriori indagini da parte delle autorità antitrust.