Apple, il colosso tecnologico della Mela morsicata, potrebbe presto andare incontro a due sfide molto significative, rappresentate sia dal dover affrontare una domanda inferiore alle attese per i suoi MacBook e iPad con SoC M3 in arrivo nel 2024, che dal doversi adeguare ulteriormente alle normative europee in fatto di concorrenza e apertura del mercato.
Apple non vive un momento felice, secondo le previsioni dell’analista Ming-Chi Kuo. La società di Cupertino, infatti, potrebbe vedere una domanda inferiore alle aspettative per i suoi MacBook e iPad con SoC a 3 nanometri, che dovrebbero arrivare sul mercato nel 2024. Si tratta della terza generazione di chip Apple Silicon, che sostituiscono i processori Intel basati su architettura x86. Questi chip, denominati M3, promettono prestazioni e consumi migliori rispetto ai precedenti M1 e M2, ma questo potrebbe non bastare a convincere gli utenti.
Secondo Kuo, ci sono due fattori principali che stanno frenando la domanda di MacBook e iPad. Il primo è la riduzione dello smart working, che ha portato a una minore necessità di dispositivi portatili per lavorare o studiare da casa. Il secondo è la saturazione del mercato, che ha reso meno attraenti le novità tecnologiche introdotte da Apple, come il display mini LED o il design più sottile. “Guardando al 2024 – spiega l’analista – la domanda per i dispositivi Apple a 3 nanometri sarà condizionata in modo significativo dalla mancanza di driver di crescita per MacBook e iPad“.
I dati forniti da Kuo confermano il trend negativo di Apple nel settore dei MacBook e degli iPad. Nel 2023, le spedizioni di questi dispositivi sono calate rispettivamente del 30% e del 22%, raggiungendo circa 17 e 48 milioni di unità. Si tratta di un crollo rispetto ai record del 2021 e del 2022, quando Apple aveva beneficiato dell’aumento della domanda dovuto alla pandemia. Volendo essere ottimisti, si potrebbe pensare che dopo una caduta così verticale sarà difficile peggiorare ancora, e che nel 2024 le percentuali di contrazione saranno più contenute.
Passando a un altro problema in casa Apple, il colosso di Cupertino si trova sotto la pressione dell’Unione Europea, che dopo aver imposto la porta USB Type-C su tutti gli iPhone 15 (base e pro), ora vuole che la società di Cupertino apra anche i suoi servizi a concorrenti e utenti. Si tratta di una sfida ancora più difficile e delicata, che potrebbe cambiare radicalmente il volto dell’ecosistema Apple e il rapporto tra la società e i suoi clienti.
La legge che sta mettendo in difficoltà Apple è il Digital Markets Act (DMA), approvato dal Parlamento europeo alla fine del 2022, con l’obiettivo di regolamentare le attività delle grandi piattaforme digitali che operano nel mercato unico europeo. Queste piattaforme, definite come “gatekeeper“, sono quelle che controllano l’accesso a servizi e contenuti online essenziali per gli utenti e per le imprese, come Google, Facebook, Amazon e appunto Apple. Il DMA stabilisce una serie di obblighi e divieti per i gatekeeper, al fine di garantire una maggiore concorrenza, innovazione e libertà di scelta nel mercato digitale.
Tra questi obblighi, c’è quello di consentire agli utenti di installare e utilizzare software e applicazioni di terze parti sulle proprie piattaforme, senza discriminazioni od ostacoli tecnici. Inoltre, i gatekeeper devono fornire agli sviluppatori di software e applicazioni l’accesso alle stesse informazioni e funzionalità che usano per i propri servizi, garantendo così una parità di condizioni. Tra tutti i gatekeeper, Apple è forse quello che ha il modello di business più chiuso e integrato. La società di Cupertino offre ai suoi clienti un ecosistema composto da hardware, software e servizi proprietari, che funzionano in modo ottimale solo se usati insieme.
Per esempio, i clienti di iPhone possono scaricare applicazioni solo dall’App Store ufficiale, che è gestito da Apple e richiede agli sviluppatori di pagare una commissione del 30% sulle vendite. Inoltre, i clienti di iPhone possono usare solo il browser Safari come predefinito, e solo il portafoglio elettronico Apple Pay per effettuare pagamenti online. Queste limitazioni sono state imposte da Apple con la giustificazione di garantire la sicurezza, la privacy e la qualità dell’esperienza utente dei suoi prodotti. L’Unione Europea non accetta queste argomentazioni, e ritiene che Apple abusi della sua posizione dominante nel mercato degli smartphone per limitare la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori. Per questo motivo, ha inserito Apple tra i gatekeeper da regolamentare con il DMA, e ha dato alla società tempo fino al 5 marzo 2024 per adeguarsi alle nuove norme. In caso contrario, Apple rischia multe fino al 10% del suo fatturato annuo o addirittura il divieto di operare nel mercato europeo.