Twitter cambia le regole e Google ne risente

Riassunto: Twitter ha introdotto delle nuove politiche che limitano la visualizzazione dei tweet ai soli utenti registrati e che impongono dei limiti alle sue API. Questo ha causato una forte riduzione dei risultati provenienti da Twitter su Google.

Twitter cambia le regole e Google ne risente

Twitter ha recentemente introdotto delle nuove politiche che limitano la visualizzazione dei tweet ai soli utenti registrati e che impongono delle restrizioni giornaliere “temporanee” su richiesta del suo CEO Elon Musk.

Queste misure hanno avuto un forte impatto sul web, in particolare su Google, che ha visto diminuire drasticamente il numero di risultati provenienti dal social network. Google, infatti, ha ridotto il numero di URL indicizzati da Twitter in seguito alle modifiche apportate dal social, che rendono più difficile l’accesso ai contenuti pubblicati dagli utenti. Questo è avvenuto proprio mentre Google aveva lanciato la funzione Prospettive, annunciata all’evento I/O 2023, che integra nei risultati di ricerca i post di Reddit, Twitter e altre piattaforme.

Un semplice test mostra quanto le nuove politiche di Twitter abbiano influito sul motore di ricerca: digitando site:twitter.com su Google si ottiene un numero di risultati molto inferiore rispetto a una settimana fa. Secondo Search Engine Land, il calo dei contenuti indicizzati da Twitter sarebbe del 62%. Anche usando altri strumenti come Semrush si nota una forte riduzione della visibilità di Twitter su Google proprio a partire dal momento in cui sono state attuate le nuove regole. I tweet più recenti appaiono ancora nel carosello che compare nella parte alta della pagina di ricerca di Google, ma quelli più vecchi stanno perdendo progressivamente spazio.

Questo significa che molti tweet non sono più facilmente reperibili tramite Google e che Twitter subisce una diminuzione delle impression pubblicitarie. Quali sono le motivazioni dietro le scelte di Twitter? Secondo alcuni analisti, si tratterebbe di una strategia per aumentare il numero di utenti registrati e per contrastare la diffusione di fake news e contenuti offensivi.

Secondo altri, invece, si tratterebbe di una mossa per sfidare il predominio di Google nel campo della ricerca e per creare una propria piattaforma di informazione alternativa. In ogni caso, le conseguenze per gli utenti sono evidenti: chi vuole accedere ai tweet deve necessariamente iscriversi a Twitter e accettare le sue condizioni d’uso, mentre chi vuole cercare informazioni su Google deve rinunciare a una parte dei contenuti provenienti dal social network. Si tratta di un cambiamento radicale che potrebbe rivoluzionare le modalità di ricerca dei contenuti sul web. Le nuove politiche di Twitter sembrano essere legate anche ai limiti imposti agli sviluppatori che usano le sue API.

Infatti, Twitter ha stabilito dei rate limit, ovvero dei limiti al numero di richieste che possono essere fatte alle sue API in un determinato intervallo di tempo. Questi limiti variano a seconda del tipo di autenticazione usata e dell’endpoint richiesto. Se questi limiti vengono superati, viene restituito un errore.

Questo potrebbe spiegare perché alcuni servizi come Discord, Slack e iMessage hanno avuto problemi a mostrare le anteprime dei tweet. Inoltre, Twitter ha introdotto una nuova funzionalità che blocca gli utenti non registrati dal visualizzare i tweet. Questa funzionalità è stata attivata venerdì scorso e impedisce agli utenti non registrati di accedere ai tweet pubblici, ai profili degli utenti e ai commenti. Inoltre, Elon Musk ha imposto un ulteriore limite giornaliero per tutti gli utenti, richiedendo un account verificato per leggere più di 600 post al giorno. Queste misure hanno lo scopo di proteggere i dati degli utenti da possibili abusi da parte di organizzazioni che li usano in modo aggressivo.

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