Polpetta era un cane speciale, il suo compito era quello di portare un po’ di serenità e sorrisi ai bambini ricoverati presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Purtroppo i bimbi dell’ospedale non rivedranno più questo splendido barboncino aggirarsi nei reparti con il suo musetto simpatico e il suo perenne scodinzolare gioioso.
E’ grazie all’aiuto di questi animali che i bambini riescono ad affrontare con maggiore serenità d’animo le terribili conseguenze delle loro patologie. A rivelare la terribile notizia è stata la stessa associazione che accudiva questo cane da pet therapy, dedicando a Polpetta un ultimo struggente messaggio d’addio dalla loro pagina facebook: ecco cosa hanno scritto.
L’addio a Polpetta
“Ciao Popi, per noi sono più che cani. Sono amici, compagni, colleghi, complici. Con loro condividiamo tutto della quotidianità. Ognuno è speciale. Qualcuno di più, soprattutto per chi li incontra in ospedale, nelle scuole, nelle carceri, nella nostra fattoria . E quando viene a mancare … manca, eccome se manca…”, inizia così il tristissimo annuncio della morte di Polpetta dell’associazione Antropozoa, che accudiva il barboncino nella fattoria socioterapeutica.
Il post si conclude salutando per sempre Polpetta, il barboncino amato da tutti: “Non è facile per noi comunicare che Polpetta non entrerà più al Meyer di Firenze. Non sappiamo come dirlo se non così. Perché Polpetta è un cane speciale e da quando se n’è andato, la sua assenza è difficile da accettare. Troppo dolorosa. Inverosimile. Solo ciao, Polpetta. Anche da parte di tutti i bambini e adulti che ti hanno amato…”.
La dipartita di Polpetta, spentasi alla rispettabile età di 12 anni, ha lasciato un vuoto enorme in chi ha avuto modo di imbattersi anche solo una volta nella sua allegria e nella sua coda scodinzolante. A testimonianza di ciò, Francesca Mugnai, presidente dell’associazione, ci ha tenuto a fare presente quanto segue: “Da poche ore si è diffusa la notizia e siamo stati letteralmente travolti da messaggi, pensieri, ricordi, fotografie…Polpetta ha lasciato un vuoto in tantissime persone che ha incontrato nel suo cammino negli ospedali, nelle carceri, nelle scuole, nelle residenze per anziani. Ovunque entrava, lasciava un segno nel cuore e nella memoria”.