Di recente Twitter è finita nell’occhio del ciclone per le accuse dell’hacker Peiter “Mudge” Zatko che, nel 2020, in seguito alla compromissione di alcuni account importanti (es. Joe Biden) poi usati per truffe a suon di criptovalute, venne assunto dal canarino azzurro per metterlo in sicurezza, salvo poi esser licenziato dal nuovo CEO, Agrawal, a inizio 2022, per scarso rendimento. Come noto, Zatko ha poi presentato un esposto, alla FTC (Federal Trade Commission) al Dipartimento di Giustizia, ad alcuni membri del Congresso (cosa che gli è valsa la convocazione il mese prossimo presso la Commissione giustizia del Senato), e all’ente di vigilanza SEC (la Consob americana).
In tale esposto, l’ex manager di Twitter accusava la sua ex piattaforma di aver ingannato utenti, enti regolatori e investitori, per celare “carenze eclatanti, negligenza, ignoranza intenzionale e minacce alla sicurezza nazionale e alla democrazia“, oltre al fatto di aver deliberatamente sottovalutato la presenza di spam sulla piattaforma in quanto ai dirigenti, più che adottare misure per combatterei bot, conviene gonfiare i numeri degli utenti reali (accusa da prendere con le pinze visto che, in realtà, Twitter ha una metrica tutta sua, i mDAU, utenti attivi giornalieri monetizzabili in quanto sottoponibili alla visualizzazione di annunci, che non avrebbe senso pompare visto che, come sottolinea TechCrunch, “i robot non interagiscono con gli annunci“).
Nelle scorse ore, tale vicenda ha avuto un nuovo risvolto, visto che il team legale di Elon Musk, teso a dimostrare di essere stato ingannato da Twitter presentatasi in modo più appetibile di quel che era, ha inviato una citazione a Zatko.
Lo scopo di tale mossa è quello di poter accedere, nella documentazione da Zatko presentata col suo esposto, non solo ai dati sull’uso della metrica mDAU, o a quelli afferenti a “documenti o comunicazioni relativi all’impatto dello spam sull’attività di Twitter“, ma anche – a più ampio raggio, con lo scopo di trovare comunque qualcosa di utile da poter usare in proprio favore – a quello che riguarda i tentativi di “Twitter di nascondere le sue vulnerabilità di sicurezza a investitori, autorità di regolamentazione e/o al pubblico” e l’infiltrazione di spie governative nella sua struttura.
Al momento, non è noto che esito avrà tale richiesta ma, a titolo d’informazione, giova ricordare che, non più di una settimana fa, il giudice della Chancery Court del Delaware presso cui si svolgerà il processo tra Musk e Twitter il 17 Ottobre ha rifiutato un’altra massiccia richiesta di dati del miliardario sudafricano, ritiratosi dall’acquisizione del social, giudicandola “assurda” per la mole dei dati richiesti.