Nelle scorse ore si è tenuta l’attesissima videochiamata di confronto tra Elon Musk, CEO di Space X e Tesla, e i dipendenti del social che, ormai sul punto di ricevere i dati richiesti, si appresterebbe ad acquistare, ovvero Twitter.
Una delle prime questioni che Musk ha affrontato ha riguardato il fattore occupazionale. Il miliardario ha sottolineato che, ad oggi, in Twitter i costi superano le entrate e che, per rimettere in salute la piattaforma, occorreranno dei correttivi: uno di questi sarà, ad esempio, il portare gli utenti attivi quotidianamente dagli attuali 229 milioni, dichiarati nel primo trimestre del 2022, a 1 miliardo. Tuttavia, oltre al fattore utenza, si dovrà intervenire anche razionalizzando la forza lavoro, per tornare a crescere: a tranquillizzare i dipendenti, è arrivata, in tal senso, la dichiarazione secondo la quale non avrà nulla da temere chiunque porti un contributo significativo all’azienda.
Un’altra questione toccata è stata quella del lavoro da remoto, introdotto a suo tempo sotto la direzione di Jack Dorsey, con l’azienda che non più di qualche mese fa promise ai dipendenti che avrebbero potuto lavorare da casa indefinitivamente. Musk ha chiaramente espresso la sua preferenza per il lavoro in presenza: tuttavia, ha ammesso che il caso di Tesla (i cui dipendenti dovranno assicurare almeno 40 ore settimanali in presenza in uno degli uffici principali dell’azienda) è diverso, visto che si tratta di un’azienda che produce automobili (e produrle a distanza non è possibile). Nel caso di Twitter, se un dipendente è eccezionalmente bravo nel suo lavoro e ha necessità di lavorare in remoto, non vi sarà motivo per licenziarlo, posto che, sostanzialmente, crede nella meritocrazia: in ogni caso, anche concedendo il lavoro in remoto, Musk si è ripromesso di verificare con i manager della piattaforma se i lavoratori remoti stiano poi “contribuendo positivamente all’azienda“.
Sul tema della libertà di parola, Musk ha dichiarato, in nome dell’assolutismo della stessa, che su Twitter le persone dovrebbero poter dire quel che vogliono, anche cose oltraggiose: l’importante, in fondo, è che Twitter non promuova queste cose, con gli utenti che potranno sempre filtrare ciò che desiderano vedere o meno. Una misura del buon lavoro della piattaforma, nel moderare, si avrà alla fine se avrà scontentato in egual misura gli estremisti di destra e di sinistra.
Musk si è poi pronunciato anche sul tema del suo ruolo in Twitter, a transazione avvenuta, spiegando che non è interessato a fare il CEO del canarino azzurro visto che gli preme “guidare il prodotto in una direzione particolare, ma (che, ndr) non è troppo ossessionato dai titoli“. Infine, il tema dell’inclusività, con il miliardario, in tal senso che, tornando sugli obiettivi di crescita del social, ha dichiarato “che la cosa più inclusiva da fare sarebbe portare tutti gli esseri umani su Twitter“.