Dopo la sbornia iniziale per l’audio, “patita” lo scorso anno, quando il web era rimasto affascinato dall’improvviso successo di Clubhouse, Facebook ha subito ricalibrato le sue attenzioni, ed energie, verso altri obiettivi, rappresentati dal Metaverso, tanto che la società madre, contestualmente, ha poi cambiato nome da Facebook Platforms Inc a Meta Platforms Inc. Nelle scorse ore, sono emerse nuove conferme di questo cambio di interessi presso Menlo Park.
Benché un portavoce di Facebook abbia affermato il contrario, ovvero che l’azienda stia ancora lavorando sui podcast, l’attenzione del social verso i prodotti audio, nata all’epoca del massimo fulgore di Clubhouse, e sostanziatasi nell’Aprile del 2021 nelle Live Audio Rooms, nelle brevi clip audio note come Soundbites, e appunto nei podcast, sembra essersi esaurita. In passato, il colosso di Menlo Park aveva persino spedito alcuni suoi dirigenti allo storico “New Media Show” per invitare i podcaster ad collaborare con le sue iniziative e sponsorizzato il Podcast Movement, forse la più nota kermesse americana del settore: un anno dopo, l’evento di derivazione di quella manifestazione, tenutosi lo scorso Marzo 2022 non è stato sponsorizzato e nella lista degli oratori non ne è figurato alcuno inviato da Facebook.
A diversi partner iniziali di un programma basato sulle conferenze in Live Audio Rooms non è stata, secondo Bloomberg, rinnovata la collaborazione, come nel caso dell’attivista per i diritti civili DeRay McKesson che, pur avendo avuto buoni riscontri con le sei puntate del suo programma, non si è visto sottoporre alcun rinnovo di collaborazione.
Ormai, l’interesse di Meta, la parental company di Facebook, è volto tutto ai brevi video, i Reels, ed all’edificazione del Metaverso. A tal proposito, stanno facendo ancora discutere le tariffe palesate dall’azienda di Zuckerberg in merito alle commissioni che verrebbero chieste ai creators per la vendita di oggetti digitali nell’universo simulato. Percentuali di quasi il 50% sono state ritenute, invero, eccessivamente alte.
Di conseguenza, il chief technology officer, CTO, di Meta, Andrew “Boz” Bosworth, partecipando a una discussione online, ha rivelato che l’azienda sta considerando l’idea di rendere Horizon Worlds, l’hub di accesso al Metaverso, frequentabile anche senza visore, via web (aka browser), in modo da poter chiedere agli sviluppatori solo il 25% dei loro guadagni per la vendita di oggetti digitali. In seguito, anche il vicepresidente di Horizon, Vivek Sharma, ha fatto le sue rivelazioni, ammettendo che entro l’anno si punta a portare Horizon Worlds anche sugli smartphone e che si si stanno intraprendendo delle interlocuzioni iniziali perché si possa accedere a Horizon Worlds anche dalle consolle di gioco.
A The Verge, poi, un portavoce di Meta Inc, Iska Saric, alla richiesta di maggiori info in merito, ha concluso il tutto dichiarando che l’azienda non aveva alcun dato da condividere in merito alle tempistiche di rilascio per queste implementazioni.