Forte del primato ne settore (31% di quota di mercato vs il 15 di Apple Music e il 13% di Amazon Music) certificato dall’ultimo report di Midia Research, Spotify ha annunciato una piccola miglioria per Android, un’attesa novità per gli utenti USA, e varie iniziative in tema di podcast.
Principiando da Android, nelle scorse ore, Spotify – pur senza un annuncio ufficiale – sembrerebbe aver portato anche su Android una funzione già presente da 5 anni nella sua versione per iOS e che solo lo scorso anno il team del CEO Daniel EK aveva dichiarato di non avere in programma per il robottino verde: si tratta dello swipe verso destra per aggiungere un brano in coda (Swipe to Queue), con annesso pop-up di conferma (“Added to Queue”) che, come confermano vari utenti del subReddit dedicato alla piattaforma, risulta disponibile per alcuni utenti, probabilmente coinvolti in un test limitato in attesa di future e più diffuse attivazioni.
Circa un anno fa, Spotify mise a disposizione di pochi utenti il suo Spotify Car Thing, un tablettino da 4 pollici di circa 100 grammi nato per mediare tra l’infotainment dell’auto e lo smartphone, con una manopola per spaziare tra i contenuti della piattaforma e, sempre con lo scopo di non distrarre dalla guida, 4 pulsanti fisici superiori (associabili ad artisti, playlist, radio, etc), e il supporto ai comandi vocali (Hey Spotify). Negli scorsi giorni, tale prodotto è stato messo a disposizione di tutti gli utenti interessati negli USA.
Passando ai podcast, Spotify ha confermato d’aver acquisito due società, precisamente note come Cartabile e Podsights, attive nella pubblicità applicata a questo formato di contenuto. La prima, impegnata nella pubblicità di altri podcast all’interno dei podcast, permetterà di integrare strumenti quali SmartLinks, url condivisibili per portare a un dato podcast con tanto di tracking dei click e dei download, e SmartPromos, che permetterà al podcaster di misurare il successo di una campagna promo visionando quali annunci abbiano generato più download. Dall’assorbimento della seconda azienda (che, in tal modo, usando l’AI di Spotify, potrà garantire agli inserzionisti misurazioni più dettagliate e utili), gli inserzionisti trarranno un beneficio tangibile nel fatto che avranno a disposizione più informazioni su chi abbia cliccato su un annuncio e cos’abbia fatto dopo (es. se eventualmente abbia proceduto ad un acquisto).
Nel recente passato, Spotify ha anche rimosso una 70ina di episodi del podcast di Joe Rogan perché contenevano espressioni non politicamente correte sulle minoranze (per le quali sono arrivate delle scuse tardive, dopo l’asserzione secondo cui le sue parole erano state estrapolate dal contesto), risultando spiacevolmente mente razziste: assieme a tale iniziativa, come fa sapere il portale The Hollywood Reporter, la piattaforma investirà la stessa cifra con cui si è assicurata l’esclusiva per Rogan, cioè 100 milioni di dollari, nello sviluppo, nelle licenze, e nel marketing di contenuti audio e musica in favore di gruppi storicamente emarginati. Ancora in relazione a Joe Rogan, la piattaforma di video streaming Rumble, affine all’estrema destra americana, con la partecipazione di personaggi come l’ex presidente Trump e il suo consigliere politico Steve Bannon, avrebbe offerto – secondo Quotidiano.net – 100 milioni di dollari al controverso comico e presentatore, per assicurarsi l’esclusiva del suo podcast per il prossimo quadriennio.