Nelle scorse ore, la famosa piattaforma di condivisione e fruizione multimediale YouTube ha annunciato importanti novità per i suoi “telespettatori” televisivi, replicato ad alcune accuse di far poco contro misinformazione e disinformazione, e avviato un utile test per la fruizione off-line” dei suoi video.
Lo scorso Dicembre, a causa di un mancato accordo, gli abbonati a YouTube TV hanno perso per qualche giorno l’accesso ai canali del gruppo Disney, con riferimento alle emittenti locali ABC, alla programmazione sportiva di EPSN, al National Geographic, alla programmazione generalista di FX, e ai contenuti del network Freeform. Per fortuna, il “blackout”, che YouTube TV aveva affrontato decurtando l’ammontare richiesto per il suo abbonamento, è durato pochi giorni visto che ambedue le parti hanno annunciato un nuovo accordo, che ha portato non solo a ripristinare i canali scomparsi, ma pure a recuperare le registrazioni dei programmi salvate nelle Librerie degli utenti.
Per un problema che si risolve, ce n’è uno che arriva. Un’ottantina di associazioni per la promozione della cultura informativa, attive nella verifica delle info, hanno scritto all’AD di YouTube, Susan Wojcicki, lamentando che la piattaforma faccia poco contro la disinformazione (diffusione di contenuti falsi col deliberato scopo d’ingannare) e la misinformazione (contenuti falsi, inesatti o decontestualizzati diffusi senza lo scopo consapevole di ingannare) che taluni attori diffondono su YT per “per manipolare e sfruttare gli altri, e per organizzarsi e raccogliere fondi“.
Contro tali minacce, gli esperti raccomandano alla popolare piattaforma alcuni accorgimenti, come l’inserire nei video dis-misinformativi dei link alle confutazioni, impedire agli algoritmi di pubblicizzare i recidivi, impegnarsi nel fronteggiare queste minacce anche in lingue che non siano l’inglese, il finanziare ricerche indipendenti sulle campagne di disinformazione che avvengono sulla grande Y che, a stretto giro, ha spiegato di aver solide policy che contrastano (bandendoli) “alcuni tipi di contenuti fuorvianti o ingannevoli“, aggiungendo che affronta anche la disinformazione “borderline” e che, in merito alla disinformazione da vaccinazione e coronavirus, è giunta alla decisione di vietare del tutto tali contenuti.
Infine, una novità concreta. Mutuano una funzione già presente sullo spin-off Music, YouTube ha incominciato a testare anche nell’app standard una funzione di Smart Download, con un algoritmo che, sulla base delle routine dell’utente, ogni settimana scarica da solo in locale 20 video quando si è sotto rete Wi-Fi, in modo che l’utente possa goderseli off-line laddove non c’è copertura dati decente o qualora abbia un piano telefonico con poco traffico dati.
Il test, per ora, coinvolge solo gli utenti europei e, in particolar modo, alcuni Android users (con tutti gli altri che vedono attivo solo il test in corso “Picture-in-picture su iOS“): per vedere se si è abilitati alla funzione, che lascerà i video disponibili nella scheda Download della tab Libreria, basta notare se Smart Download sia stato pubblicizzato nella Home dell’app o nella sezione “Prova nuove funzionalità” delle impostazioni dell’app. Coloro che, abilitati all’ultima release di Android avessero poco spazio, riceveranno anche una serie di consigli per continuare ad adoperare la funzione.