Il mistero dell’incontro tra Maradona ed Escobar tra calcio, feste, lusso e belle donne

Nel 1993 Maradona fu ingaggiato dal re del narcotraffico per una partita di calcio, ma intorno a quell'incontro è nata una serie di interrogativi e di leggende

Il mistero dell’incontro tra Maradona ed Escobar tra calcio, feste, lusso e belle donne

E’ il 1991 quando Maradona viene trovato positivo al test antidoping. L’esito è sconcertante: cocaina. La scoperta cade come un fulmine a ciel sereno e costa al fuoriclasse argentino due anni di squalifica. Fu quello l’epilogo di un’avventura cominciata sette anni prima e terminata nel peggiore dei modi, con il rapporto tra la società napoletana e il campione argentino ridotto ormai ai minimi termini.

Maradona decise di trascorrere la squalifica in Argentina, lontano da tutto e da tutti, ma, durante una perquisizione della polizia a casa, venne trovata della cocaina. Per il giocatore scattò l’arresto e il carcere, da cui uscirà solo dopo aver pagato 20.000 pesos come cauzione.Le polemiche andarono avanti per molto tempo e, mentre l’anno stava per chiudersi, l’agente di Diego, Guillermo Coppola, disse a Maradona che un importante signore colombiano voleva ingaggiarlo per organizzare un’amichevole con altri giocatori dell’America Latina e che la ricompensa sarebbe stata considerevole.

Non era la prima volta che il nome di Maradona era accostato alla Colombia. Maradona era famoso in tutta l’America Latina già quando, all’età di 21 anni, militava nel Boca Juniors, la squadra che di fatto lo lanciò sull’Olimpo del calcio mondiale. Arrivò perfino un’offerta da parte dei fratelli Orejuela, signori del cartello di Calì e proprietari dell’America de Calì. Ma il canto delle sirene del Barcellona suonarono più forte e Maradona prese la strada per l’Europa.

La domanda, però, sorge spontanea: chi voleva Diego in Colombia? La richiesta era stata fatta da Pablo Emilio Escobar, il più grande narcotrafficante della storia. Il Re della cocaina era anche un grande tifoso di calcio e voleva incontrare Maradona. E per far questo organizzò un’amichevole. La richiesta venne accettata e da allora nacque il mito della partita a La Catedral, il carcere colombiano che Escobar gestiva dopo aver ottenuto dal governo colombiano la garanzia di non essere estradato negli Stati Uniti.La partita fu svolta il primo dicembre 1991, in coincidenza con i festeggiamenti per il compleanno di Escobar.

Maradona, in un’intervista al quotidiano spagnolo As nel 2014, parlò così quell’episodio: “Nel ’91 Guillermo Coppola mi disse che una persona molto importante della Colombia voleva pagarmi una cifra enorme per giocare un’amichevole, con alcuni calciatori come René Higuita. Quando andai a Medellín e mi portarono in un carcere circondato da migliaia di soldati, ho detto: ‘Che cazzo sta succedendo, mi metteranno in galera?’. Quando sono entrato in quel posto sembrava un hotel di lusso a Dubai, lì me l’hanno presentato, mi hanno detto: ‘Diego, lui è il capo’. Ho salutato lui e il ragazzo era molto rispettoso, piuttosto freddo, ma mi ha mostrato gentilezza. Ma dato che non faccio nulla per le notizie e la televisione, non sapevo davvero chi fosse”.

Maradona giocò quella partita, segnando anche diversi gol, poi, finito l’incontro, tutti gli ospiti parteciparono ad una festa che Maradona ricordò così: “C’erano le ragazze più belle che abbia mai visto nella mia vita, ed eravamo in un carcere! Non ci potevo credere. La mattina dopo fui pagato e lui mi salutò con affetto. Mi fece andare in una specie di ufficio dove mi ha detto che ammirava il mio calcio, e che si sentiva identificato con me, perché come me è uscito dalla povertà per avere successo”. Con la differenza che Maradona uscì dalla miseria con il calcio, Escobar con la droga.

In ogni caso, la prigione in cui era detenuto Escobar era meglio di un hotel di lusso di Dubai e la somma che Maradona ricevette per la partita fu astronomica. Non solo, ma il capo del cartello di Medellin propose a Maradona di giocare anche per il Deportivo Independiente Medellín, ma non se ne fece nulla e Maradona accettò l’offerta del Siviglia, dove continuò la sua vita fatta di genio e sregolatezza, fino a quando anche il Siviglia decise di scaricarlo.Pablo Escobar morì durante un conflitto a fuoco con la polizia il 2 dicembre 1993, in seguito alla fuga dalla sua lussuosa prigione, ponendo fine non solo alla sua vita, ma anche a una guerra con lo Stato colombiano durata ben dieci anni, con politici, poliziotti e magistrati assassinati.

Dopo anni di racconti e aneddoti, nel 2019, in un’intervista al programma TyC Sports Libero, El Diez negò completamente il presunto incontro con Pablo Escobar:“Non sono andato alla hacienda Napoles, vi giuro su mia madre che nemmeno lo conoscevo. Non mi ha mai dato niente e la verità era che quello che ha fatto è stato orribile. Per tutti e per me, che assumevo droghe. Quando non riuscì a riempire la casa che aveva con più dollari, iniziò a costruire case per i poveri, ma non perché fosse buono”. Anche uno dei sicari più vicini a Pablo Escobar, Popeye, negò l’esistenza di questa partita a La Catedral in un’intervista al canale argentino TN. Popeye era soprannominato Jota Jota, aveva fatto parte del cartello di Medellín fin da giovane e sottolineò di “non aver mai visto Maradona con Escobar”.

Insomma, intorno a questa vicenda, come spesso accade per episodi destinati a restare nell’immaginario come delle vere e proprie leggende, c’è un grande alone di mistero, ci sono tante parole e poche prove di quello che accadde davvero quel primo dicembre del 1991.

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