Redmi, lo spin-off low cost di Xiaomi, da sempre attento alla fascia media, ma in generale al contenimento dei costi, ha colto “due piccioni con una fava” presentando, inizialmente in Cina, la nuova serie di smartphone Note 11 che, eredi dei modelli di Marzo, rispetto alla tradizione che voleva un modello standard affiancato a uno Pro, quest’anno ha anche una variante Pro Plus.
Nonostante un design comune, che vuole frame piatti e linee nette sulla falsa riga degli iPhone 13, le comuni dotazioni di mini-jack da 3.5 mm, emettitore di infrarossi, NFC, le connettività Dual SIM 4G, 5G, GPS a doppia frequenza, e la presenza su tutti e 3 i modelli di Android 11 sotto l’interfaccia MIUI 12.5, non mancano le differenze tra le tre iterazioni della Note 11 series di Redmi / Xiaomi.
Il modello entry level del trio, nelle tonalità Mysterious Black, Milky Way Blue e Mint Green, predisposto per il Wi-Fi 5 e il Bluetooth 5.1, è il Redmi Note 11, con un display LCD da 6.6 pollici, risoluto in FullHD+, provvisto di 90 Hz di refresh rate, di 240 Hz di touch sampling e, nel forellino in alto al centro, di una selfiecamera da 16 megapixel.
Lo scanner per le impronte digitali si trova di lato mentre dietro, nonostante quanto potrebbe sembrare viste le due lenti accessorie messe a puro scopo estetico, è di stanza una dual camera, con un sensore principale da 50 e uno secondario da 8 megapixel, con funzione di ultragrandangolo: l’audio prevede due speaker stereo. A animare il device in questione è il processore octacore (2.4 GHz) Mediatek Dimensity 810, con litografia a 6 nanometri e GPU Arm Mali-G57 MC2: la batteria, 5.000 mAh, gode della carica rapida a 33W, in modo da rabboccarsi completamente in 62 minuti.
Passando al Redmi Note 11 Pro, nelle tonalità Mysterious Black, Forest Green, (glossy) Milky Way Blue e Timeless Purple applicate al retro in vetro, quest’ultimo (8.34 mm di spessore per 207 grammi di peso, impermeabilità IP53) conserva la selfiecamera da 16 megapixel (f/2.45) nel minuscolo (2.96 mm) forellino, ma la trova inserita, dietro un vetro Gorilla Glass 5, in un display Samsung E2 AMOLED da 6.67 pollici risoluto in FullHD+, con 120 Hz di refresh rate, 360 Hz di touch sampling, HDR10+, contenuto tra esili cornici (1.75 mm di lati, 1.97 in alto) che, curiosamente, non ingloba lo scanner per le impronte, sempre posto di lato. Dietro, la multicamera è tripla, con un sensore principale da 108 megapixel (Samsung S5KHM2, 1/1.52”, f/1.9, Dual ISO, con pixel binning 9-in-1 per scatti da 13 mpx con pixel da 2.1 micrometri), affiancato dall’ultragrandangolo (118°) da 8 e dal telemacro da 2 megapixel. Sul versante dell’output sonoro, primeggiano gli stereo speaker calibrati da JBL con audio Hi-Res e tracce Dolby Atmos: il coinvolgimento viene accresciuto dalla vibrazione del motorino aptico lungo l’asse X.
Ai timoni di comando di questo modello, presidiato da un sistema di dissipazione a camera di vapore, sempre con l’efficiente litografia a 6 nanometri, si trova il processore Dimensity 920, un’octacore che spicca per la presenza dei potenti core prestazionali A78 da 2.5 GHz, e per l’inclusione della GPU Arm Mali-G68 MC4. La batteria, da 5.160 mAh, si carica via microUSB Type-C a una velocità maggiore, cioè a 67W, arrivando a rabboccarsi completamente da scarica in 43 minuti. Le connettività senza fili, in questo caso, sono il Wi-Fi 6 e il Bluetooth 5.2.
“Di lato” al modello in questione, del quale condivide tutta la scheda tecnica, design, e tripla fotocamera posteriore, si trova, nelle palette Mysterious Black, Timeless Purple e Forest Green applicate al retro in vetro (AG), il Redmi Note 11 Pro Plus che, altre a provvedersi del processore octacore (3.0 GHz) MediaTek Dimensity 1200 con GPU ARM G77 MC9, rilancia con la tecnologia di carica ultrarapida a 120W, in grado di caricare (via pompa di carica ad alta efficienza) del tutto in appena 15 minuti la batteria (a doppio collegamento MTW multipolare) che, però, è dimensionata a 4.500 mAh complessivi, attraverso il gioco delle due celle gemelle (ciascuna da 2.250 mAh), senza pericolo di sovratensione, surriscaldamento o cortocircuito (come certificato da TÜV Rheinland). A scopo di sicurezza, Redmi ha previsto anche una modalità di carica più tranquilla, che non fa mai superare i 38° al processo di ricarica: il sistema di dissipazione a liquido, tridimensionale, prevede camera di vapore, lamelle di rame, strati di grafite, ed è posto a coprire sia il processore che il chip di controllo della ricarica.
In tema di prezzi, il Redmi Note 11 standard richiede 1.199 yuan (161 euro) per 4+128 GB, 1.299 yuan (174euro) per 6+128GB di configurazione mnemonica, arrivando a 1.499 yuan (201 euro) per 8+128 GB, ed a 1.699 yuan (228 euro) per 8+256 GB. Il modello Note 11 Pro di Redmi arriva sul mercato partendo da 1.799 yuan (242 euro), scontato inizialmente a 1.599 yuan (214 euro) per 6+128 GB, richiedendo 1.999 yuan (268 euro) per 8+128 GB, e 2.199 yuan (295 euro) per 8+256 GB. Lo stesso Pro, ma in versione Plus per la ricarica ultraveloce, parte da 1.999 yuan (268 euro), scontati inizialmente a 1.899 yuan (254 euro) per 6+128 GB, per poi spingersi a 2.199 yuan (295 euro) per 8+128 GB, a 2.399 yuan (322 euro) per 8+256 GB, ed a 2.699 yuan (362 euro) sempre per 8+256 ma nell’edizione YIBO DESIGN (logo Redmi riprodotto a galleggiare olograficamente sul retro scocca, firma fluorescente dell’attore fluorescente Wang Yibo portavoce del marchio, strisce periferiche a denotare lo sprint).