Vaccino Covid, "no" alla terza dose: "Bisogna distribuire i vaccini dove servono per far finire la pandemia"

Come rivelato dalla rivista "The Lancet" al momento la terza dose sarebbe del tutto inutile, dal momento che non ci sono ancora prove credibili di un declino della protezione contro la malattia grave nel tempo.

Vaccino Covid, "no" alla terza dose: "Bisogna distribuire i vaccini dove servono per far finire la pandemia"

In Italia si sta spingendo fortemente per convincere la popolazione, o almeno i più deboli, a farsi la terza dose del vaccino contro il Covid-19. In Campania e in Lombardia per esempio da lunedì si inizieranno già a fare le prime iniezioni, ma anche le altre regioni si stanno attrezzando per non trovarsi impreparati.

Questa idea, approvata da Mario Draghi e Roberto Speranza, però non sembra andare di pari passo con gli esperti di “The Lancet“, la rivista scientifica inglese di ambito medico pubblicata dal Lancet Publishing Group. Come si può leggere sul sito “Money” al momento, sempre secondo il settimanale, la terza dose sarebbe del tutto inutile.

Le ultime novità sulla terza dose

Secondo una revisione condotta da un gruppo di scienziati e pubblicato sulla rivista “The Lancet”, ove tra l’altro erano presenti esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità OMS e dell’Agenzia del farmaco americana FDA, a oggi è del tutto inutile e prematuro parlare di un’ulteriore vaccinazione poiché a oggi non ci sono dati a sufficienza per una dose booster, cioè il richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria.

Sempre il sito “Money” riporta le dichiarazioni di Ana-Maria Henao-Restrepo dell’OMS: “Presi nel loro insieme gli studi attualmente disponibili non forniscono prove credibili di un sostanziale declino della protezione contro la malattia grave, che è l’obiettivo primario della vaccinazione. La fornitura limitata di questi vaccini salverà la maggior parte delle vite se verrà messa a disposizione di persone che più rischiano forme gravi di Covid-19″.

Quindi, sempre secondo la ricercatrice, l’ideale sarebbe continuare a vaccinare le persone più deboli oppure coloro che a oggi non si possono vaccinare: “Se ora i vaccini venissero distribuiti dove più servirebbero, potrebbero accelerare la fine della pandemia, inibendo l’ulteriore evoluzione delle varianti”. In merito a questo argomento viene ricordato che a oggi la minoranza non vaccinata sarebbe ancora il principale fattore di trasmissione, oltre a essere essa stessa a maggior rischio di malattia grave.

Ritorando sull’efficacia della vaccinazione contro il Covid-19 al momento la rivista dichiara che ci sono pochi dati per sbilanciarsi: “Se i livelli di anticorpi nelle persone vaccinate diminuiscono nel tempo, ciò non comporta necessariamente una riduzione dell’efficacia dei vaccini contro la malattia grave”.

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