Com’è noto a chi segue le vicende di spettacolo, qualche mese fa anche Carlo Conti come tanti altri colleghi conduttori ha contratto il Covid-19. In quel periodo stava conducendo “Tale e Quale Show” e fu costretto ad assentarsi un paio di puntate, mentre altre fu in grado di condurle da casa con l’aiuto dell’amico Giorgio Panariello. Inizialmente, infatti, il virus sembrava essersi presentato in una forma piuttosto blanda.
Poi, però, le cose erano degenerate, i sintomi erano peggiorati e l’amatissimo presentatore toscano era stato ricoverato in ospedale. Oggi, a distanza di tempo, in un’intervista Carlo Conti ha spiegato che a salvargli la vita, permettendogli di curare in tempo quello che era a tutti gli effetti l’inizio di una polmonite dalle conseguenze imprevedibili, è stato l’amico Carlo Verdone.
Carlo Conti e il Covid-19: l’intervento provvidenzia di Carlo Verdone
L’attore romano non ha mai fatto mistero di essere ipocondriaco: di questa sua patologia legata all’ansia, che lo porta a sospettare continuamente di avere qualche malattia più o meno grave, Verdone ha parlato in molti suoi film, scherzandoci sopra proprio come fa nelle interviste. Per una volta, però, l’eccesso di zelo e di preoccupazione nei confronti delle malattie hanno aiutato qualcuno: nella fattispecie, proprio Carlo Conti.
Il simpatico toscano, infatti, ha dichiarato senza mezzi termini: “È stato Verdone a salvarmi la vita”. Il motivo? L’amico aveva un saturimetro (strumento medico che serve a misurare l’ossigeno nel sangue) e lo ha convinto a usarlo. I valori tutt’altro che buoni rilevati dallo strumento hanno fatto sì che Conti si recasse subito in ospedale, prendendo in tempo la polmonite e scongiurando un eventuale, probabilissimo peggioramento della situazione.
Conti ha anche parlato di come la malattia abbia cambiato in meglio la sua vita. Oggi, ha spiegato, dedica più tempo alla famiglia e al riposo, evitando di stressarsi lavorando troppo come faceva fino a qualche tempo fa. Essere in qualche modo a contatto con la morte, infatti, cambia inevitabilmente le priorità della vita, e non è detto che sia un male.