Due nuove mutazioni del coronavirus scoperte in Italia: una a Milano, l’altra a Trieste

La mutazione trovata a Milano potrebbe alterare i meccanismi patogenici del Covid-19, mentre quella di Trieste sarebbe pericolosa per gli adulti ed è una mutazione trovata già negli Stati Uniti. Ulteriori studi in corso.

Due nuove mutazioni del coronavirus scoperte in Italia: una a Milano, l’altra a Trieste

In questi ultimi giorni, in Italia, sono state scoperte due nuove mutazioni del coronavirus Sars-CoV-2. Nella giornata di ieri 10 febbraio, si è diffusa la notizia che a Milano, un gruppo di ricercatori dell’Università Statale, è riuscito ad isolare una nuova variante del Covid-19.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Istituto Clinico di Città Studi. Secondo quanto riferisce l’Agi, sulle sue pagine online, la mutazione trovata in Lombardia è presente nel gene codificante per la proteina accessoria ORF-6. In questo caso la proteina in questione verrebbe troncata mancante di 6 aminoacidi.

Questo fattore fino ad ora non sarebbe mai stato osservato, in quanto spesso le mutazione del Sar-CoV-2 hanno riguardato la proteina Spike, ovvero quella sostanza che permette a Covid-19 di attaccare le cellule umane e penetrare all’interno. Da lì comincia poi la replicazione del virus all’interno dell’ospite.

I ricercatori della Statale di Milano sottolineano che la variante trovata in Lombardia non riguarda direttamente le capacità infettanti del virus, ma può essere un fattore in grado di alterare i meccanismi patogenetici del Covid-19. Lo studio milanese è stato pubblicato sulla rivista Emerging Microbes & Infections (TEMI). Ma è di queste ore un’altra notizia: a Trieste è stata identificata un’altra variante, comunque già conosciuta negli Stati Uniti.

Variante trovata a Trieste forse pericolosa per gli adulti

Il nome scientifico della mutazione del Sars-CoV-2 trovata a Trieste è “N439K”. A condurre lo studio in questione sono stati i ricercatori dellUniversità di Trieste presso l’Irccs in collaborazione con l’Università di Milano, i quali hanno analizzato i campioni di coronavirus presenti in una bambina che è risultata positiva al Covid-19. La piccola, almeno da quanto si apprende dai media nazionali, pare avesse un’alta carica virale. Le sue condizioni di salute sarebbero comunque state buone.

Secondo gli esperti la mutazione trovata nella bimba non rappresenterebbe un pericolo per i più piccoli, ma per gli adulti, in quanto sarebbe in grado di resistere sia agli anticorpi sierici iniettati con i vaccini, sia ad alcune cure monoclonali, questi ultimi utilizzati nei cocktail a scopo terapeutico. Tale mutazione, come già detto individuata anche negli Stati Uniti, sarebbe emersa per la prima volta in Scozia, per poi diffondersi in Europa in modo indipendente.

Manola Comar, professoressa di microbiologia dell’Università degli Studi di Trieste, ha riferito che la mutazione trovata nella bambina potrebbe quindi avere una maggiore capacità infettiva negli adulti, mentre nella maggior parte dei casi il Covid-19, almeno nei bambini sarebbe una malattia benigna in quanto questi ultimi possiederebbero una parziale protezione, in quanto già esposti ad altri coronavirus umani. Per questo i ricercatori affermano che è fondamentale registrare tutte le varianti che vengon trovate.

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