Facebook, il social network da oltre due miliardi di utenti nel mondo, è ultimamente molto impegnato sul versante della moderazione, con qualche piccola falla in merito, e diverse polemiche su contenuti che non dovrebbero passare attraverso i suoi servizi. Nel contempo, la nota piattaforma con sede a Menlo Park ha preso posizione sulla negazione dell’Olocausto, stimolato la community degli hacker “buoni”, annunciato progetti in supporto delle imprese, e riferito di diverse iniziative per celebrare Halloween.
Nei giorni scorsi Facebook, che diverse istituzioni internazionali vorrebbero disgiunto dal controllo di WhatsApp e Instagram, ha incontrato una nuova difficoltà, rappresentata dall’affidabilità dei suoi algoritmi di moderazione: nello specifico, è accaduto che un’azienda, la Seed Company by EW Gaze, si è vista rimuovere un annuncio nel quale venivano messi in vendita dei semi di cipolla Walla Walla, perché l’immagine di quest’ultima aveva una forte connotazione sessuale (lett. “Gli annunci non possono presentare prodotti o servizi in modo sessualmente allusivo“). Ricevuto il prevedibile ricorso in merito a tale sanzione, il social, tramite la portavoce Meg Sinclair, si è scusato pubblicamente (alla BBC) con l’azienda di sementi, annunciando che avrebbe rimesso online quanto rimosso, ed ammettendo che il proprio algoritmo intelligente “a volte non riesce a distinguere una cipolla Walla Walla da…“.
Anche quanto emerso in merito agli abusi sui minori rischia di coinvolgere Menlo Park in una nuova querelle, posto che diverse autorità locali, di paesi come Australia, Nuova Zelanda, Canada, Regno Unito, India, Giappone, e Stati Uniti, hanno lamentato come, su 64 milioni di immagini di abusi sui minori, diffuse tramite piattaforme hi-tech della Silicon Valley, il 94% fosse circolato su app o servizi facenti capo a Facebook che, unificando le messagistiche, ed estendendo loro la crittografia end-to-end di WhatsApp, rischia di ostacolare ancor di più il lavoro degli inquirenti che cercano di arginare problematiche simili.
In tema di moderazione, però, un’iniziativa positiva risulta essere stata comunicata nelle scorse ore da Facebook stessa, rasentando una retromarcia rispetto a quando, nel 2018, Zuckerberg sosteneva che le dichiarazioni sbagliate, false, o architettate ad arte, non sarebbero state rimosse per non minare la libertà d’espressione delle persone ma, al massimo, penalizzate nella visibilità: lo stesso trattamento sarebbe stato riservato alle dichiarazioni che negavano l’Olocausto pur ritenute “offensive”. Nelle scorse ore però, di fronte alla recrudescenza delle violenze di stampo anti semita, il colosso di Menlo Park ha dichiarato, tramite il CEO stesso, che il suo algoritmo equiparerà le dichiarazioni che negano l’Olocausto a incitamento all’odio, con conseguente rimozione dei post: in più, nell’eventualità che sul social vengano effettuate ricerche sul tema, le stesse rimanderanno come risultati a “fonti attendibili“.
Ovviamente, Facebook è consapevole che nel funzionamento dei suoi strumenti, come poc’anzi appurato, potranno sempre essere presenti dei difetti e, a tal scopo, onde scovarli più agevolmente, ha annunciato un miglioramento del suo programma di bug bounty, che ora includerà una sorta di programma fedeltà, Hacker Plus, con un punteggio assegnato agli hacker etici a seconda di quante vulnerabilità avranno segnalato negli ultimi 12 mesi e di quante segnalazioni non si siano rivelate essere dei bug negli ultimi 24 mesi. I profili dei “ricercatori”, come in una sorta di classifica motivazionale, presentano dei badge, che indicheranno chi sarà salito di livello, le missioni portate a termine, e le taglie private conseguite.
In vista del Black Friday, Facebook ha messo in campo, nell’ambito del progetto “Season of Support”, una serie di iniziative volte a supportare le aziende delle persone di colore, più duramente colpite dalla crisi economica durante il coronavirus: nello specifico, oltre ad offrire alle imprese una maggior visibilità nei propri canali ai post contrassegnati da #BuyBlack, sarà realizzata una guida ai regali da comprare, denominata #BuyBlack Friday che, all’interno di una vasta gamma di categorie, tra cui bellezza e moda, metterà in mostra via hashtag i prodotti di aziende statunitensi di proprietà di persone di colore. Parimenti, per chi effettua acquisti in presenza, la funzione “Attività nelle vicinanze” aiuterà nell’individuare quegli esercizi commerciali che per tempo si saranno etichettati come di “proprietà nera“.
Infine, alcune novità, in salsa Facebook, in relazione all’app Messenger, ex chat interna del social e ora messaggistica a sé stante. Dopo l’annuncio di inizio Ottobre, secondo cui in seguito all’avviata integrazione con Instagram, sarebbero arrivate su Messenger diverse novità, queste ultime hanno iniziato a far capolino nella summenzionata app, in seguito all’annuncio fatto dal vice-responsabile della piattaforma, Stan Chudnovsky.
Il dirigente, in un post condiviso martedì, ha annunciato il roll-out di una nuova grafica per il Messenger, a partire da un rinfrescato logo, ora con tonalità gradientate dal blu al viola, i cui accenti sono ravvisabili anche in vari punti dell’interfaccia utente. All’interno delle chat, oltre alla facoltà di rispondere ai messaggi con più Reazioni di quelle attuali, ve ne saranno anche di personalizzate e, in più, si potrà variare il tema (al momento, optando per Pride, Cuori, Sfumato, e Halloween). In seguito, sarà possibile tramutare un autoscatto in adesivo dopo avervi applicato elementi decorativi (selfie sticker) e inviare messaggi che si cancellano una volta letti.
In vista delle future giornate di Halloween, dopo le iniziative dei giorni scorsi, è stato riferito che, per il tutto il mese di Ottobre, su Messenger per Android e iOS, saranno disponibili nuovi filtri AR e sfondi, ma anche un intero nuovo pacchetti di adesivi horror realizzati dall’illustratore Mark McCreery e dalla Universal Pictures, utilizzabili mediante la fotocamera dell’app, nelle videochiamate, o avviando delle “Room“. Sempre per tutto il mese di Ottobre, sarà possibile, con la fotocamera in-app di Messenger, visitare la casa stregata Dr. Madhaus’s Halloween Mansion, sfruttando – in ogni stanza della stessa – filtri AR e sfondi animati a 360° senza così il bisogno di truccarsi o di mascherare la propria casa per apparire un uno scienziato pazzo impegnato con i colleghi in un laboratorio o cameriere senza testa intento a servire in una sala da ballo.