A causa del coronavirus, in diversi paesi d’Europa, tra cui l’Italia, le persone sono costrette a casa quale strategia di contenimento dell’epidemia, con conseguente decollo dello smart working, della formazione a distanza (FAD), e dello streaming intrattenitivo: ciò ha portato le infrastrutture internet ad uno stato di sofferenza, dato il grande traffico internet di questo periodo, con le istituzioni continentali che, di conseguenza, hanno chiesto dei correttivi ai servizi di intrattenimento più popolari.
Per mantenere in piedi i rapporti di lavoro e sociali, in tempi di coronavirus, sono tanti gli strumenti web based che vengono adoperati e, tra questi, vi è anche Facebook, che secondo Zuckerberg, sta conoscendo “grandi ondate” di utilizzo, con i server di WhatsApp, adoperata per videochiamate di gruppo e inviare messaggi audio, al limite del collasso, ben oltre gli abituali picchi riscontrati a Capodanno.
Ubi maior minor cessat. In conseguenza di ciò, si è rivelato necessario ridurre il traffico internet generato dall’intrattenimento dei video streaming. In seguito ad uno scambio di telefonate con funzionari europei (nella persona del commissario Thierry Breton), Netflix, la piattaforma di video streaming californiana, ha annunciato che, per 30 giorni, ridurrà la qualità delle immagini, pur mantenendola buona agli occhi degli utenti, in modo che Netflix consumi il 25% di dati in meno: il tutto avverrà senza passare per la riduzione della risoluzione, ma attraverso un decremento di un quarto del bitrate dei flussi video. Al momento, la misura sembrerebbe già in auge nel Regno Unito, sebbene lo staff della grande N non abbia risposto, in tal senso, alle domande di chiarimento inoltrate dalla BBC.
Diversa è la strada intrapresa da YouTube, pure sollecitata a uno sforzo di “solidarietà digitale” dalle istituzioni europee. Un comunicato congiunto dei vertici di Alphabet (la holding di Google presieduta dal CEO Sundar Pichai) e YouTube (Susan Wojcicki) ha reso noto che YouTube, sul territorio europeo, ridurrà – temporaneamente – la definizione di quanto verrà visto degli utenti alla risoluzione standard.
Sempre da YouTube giunge notizia di un’ulteriore iniziativa riguardante il coronavirus, col varo – nella Home del servizio – di un nuovo carosello di video in tema, realizzati da enti sanitari certificati o tratti da notiziari, quale espediente per fornire informazioni verificate e di qualità sull’emergenza sanitaria. Secondo quanto viene reso noto, le clip saranno mostrate grazie ad algoritmi che agiranno sulla base di criteri quali paese, data e pertinenza.