Con la concorrenza sempre più agguerrita nel campo delle app popolari tra i giovani, basti pensare alle tante novità messe in campo da TikTok, anche Spotify sta lavorando molto sull’implementazione di nuove funzioni, come dimostrato dalla scoperta di qualche giorno fa, relativa ad un nuovo feed in arrivo. A tale feature se ne potrebbe aggiungere un’altra, inerente l’uso dei comandi vocali per controllare l’app.
Ormai da tempo Google permette di usare Assistant per gestire diverse funzioni di Spotify ma, ciò nonostante, è sul terreno del controllo dell’app a mani libere che starebbe lavorando il team del CEO Daniel Ek: ad esserne sicura è l’irrefrenabile leaker Jane Manchun Wong che, dopo aver individuato il menzionato “Follow Feed”, analizzando la propria versione di Spotify per Android, nel corso di una sessione di reverse engineering, vi ha rinvenuto tracce di un nuovo sistema per gestire l’interfaccia dell’app.
Secondo quanto condiviso su Twitter a suon di screenshot, Spotify sarebbe impegnata nell’allestire il supporto alla keyword “Hey Spotify”: ciò richiederebbe, spostandone il relativo switch, la concessione dell’autorizzazione all’app di ascoltare l’utente nel mentre la stessa sia attiva e visualizzata sullo schermo.
Al momento non è ben chiaro quali possano essere le capacità operative della nuova funzione, ed il contesto in cui la stessa potrebbe agire: tempo fa, corse voce che la piattaforma musicale svedese fosse intenta a realizzare un proprio dongle smart da tenere in auto, abilitato ai comandi vocali e, quindi, non è da escludere che il supporto ad una forma di assistente vocale personale possa essere visto in sinergia con tale gadget. Tuttavia, come spesso accade nel caso di feature scoperte dai leaker e non confermate ufficialmente, è difficile sia ipotizzare le tempistiche di rilascio della nuova funzione, che preventivarne l’effettiva implementazione nella versione stabile di Spotify.
TikTok, dal canto suo, non si è fatta pregare quanto a novità. Nei giorni scorsi, la celebre applicazione della cinese ByteDance ha rilasciato un sistema di parental control che, previa associazione dell’account di un genitore con quello di un minore di cui è responsabile, permette al primo di controllare chi possa inviargli dei messaggi (potendo anche bloccarli del tutto), quanto tempo il pargolo passi a guardare clip (potendo settare dei limiti), e (“Modalità limitata”) quali contenuti non possono essere guardati in quanto non adatti alla tenera età del minore.
Sempre nell’ottica di tutelare i giovani, ma anche con riferimento al digital wellbeing in generale, TikTok, partendo dal Regno Unito con un roll-out attualmente in corso ovunque, ha attivato un sistema di avvisi proattivi, in forma di video creati con quotati creators della piattaforma che, collocati nel Feed dei video, ad un certo punto, avvisano l’utente di aver trascorso troppo tempo a guardare clip, consigliandogli di prendersi una pausa.
Oltre a tali feature lato app, TikTok ha attivato, sul proprio sito web accessibile via browser, un sistema che consente a tutti di caricare da PC o Mac i propri video: in pratica, basta loggarsi al servizio, tramite un account di terze parti o il proprio numero di telefono, per accedere a un’interfaccia di upload ove all’utente sarà chiesto, nel caricare il video, di sceglierne la copertina, una didascalia, il titolo, le opzioni di riservatezza (video privato, pubblico, o solo per gli amici) o di interazione (possibilità di commentare, apporre reazioni, creare un duetto) col video in questione. Mancano le opzioni relative al montaggio, appannaggio della versione mobile di TikTok.
Anche TikTok si è data alle sperimentazioni: il leaker Matt Navarra ha scoperto che ByteDance è impegnata nell’implementare degli sticker AR per TikTok che, ancorati a un particolare oggetto, per un lasso di tempo programmabile, si ridimensionano e si spostano in modo dinamico ed automatico.
Infine, il vero e proprio guanto di sfida a Spotify: Resso. Come vociferato nei mesi scorsi, la società madre di Tik Tok, presi accordi con varie case discografiche, ha davvero ufficializzato, dapprima in India e Indonesia, il proprio servizio di music streaming, noto come Resso. Quest’ultimo, disponibile free con pubblicità e qualità d’ascolto inferiore, o a pagamento (1.45 euro al mese per iOS, 1.20 per Android) per avere un suono migliore, il download della musica, e swipe illimitati delle canzoni, punta molto sulla componente social: gli utenti potranno, sulla base di un brano, creare dei Vibes, fatti di video, immagini, Gif che, proposti alla community, attireranno i commenti di chi abbia gusti simili. In più, selezionando parte di un testo musicale, sarà possibile condividerlo su altri social per esprimere il proprio stato d’animo.