Esche killer nel bresciano: giovane akita muore avvelenato

Questi episodi gravissimi si sono ripetuti di frequente nel corso degli ultimi mesi nel bresciano: stavolta un giovane esemplare di akita è rimasto vittima di una polpetta killer su una ciclabile a Sarezzo.

Esche killer nel bresciano: giovane akita muore avvelenato

Nel Bresciano sta crescendo la paura e l’apprensione tra i proprietari di cani: ultimamente in giro nella zona sono stati sparsi alcuni pezzi di carne dall’aspetto decisamente appetitoso per i nostri amici quadrupedi, ma in realtà queste sono esche killer, piene di sostanze velenose che hanno portato alla morte diversi esemplari innocenti che hanno “accettato” fra le loro fauci questi inaspettati doni.

L’ultimo episodio si è verificato nei giorni scorsi a Sarezzo, per l’appunto in provincia di Brescia: i padroni dello sventurato esemplare di Akita, cane di razza originaria del Giappone, stavano percorrendo a piedi la comoda pista ciclabile del paese, quando il malcapitato cane ha trovato una polpetta sul percorso e l’ha ingoiata, nei pressi del cimitero della frazione di Zanano.

La padrona del cane si è accorta che il cane aveva mangiato quel succulento pezzo di carne trovato per terra e, subito insospettita, ha tentato di far sputare il boccone al proprio cucciolo, senza però riuscirci. Tutto pareva comunque a posto, ma solo il tempo di rincasare ed ecco che l’Akita ha iniziato a stare male, a sbavare e tremare in maniera sempre più accentuata. A nulla è servito portarlo in una clinica veterinaria, il cane è morto poco dopo il suo arrivo.

L’avvelenamento dell’Akita è solo l’ultimo di una serie di episodi: un mese fa, nella stessa zona, una femmina di Labrador era morta nelle medesime circostanze, ingoiando un’esca killer che in breve tempo l’aveva uccisa a causa di un’eccessiva assunzione di composti chimici velenosi.

Questi episodi sono stati diffusi sui social network e hanno trovato accoglienza nelle amministrazioni comunali della zona, alle quali spetterebbe il compito (piuttosto complesso) di controllare il territorio per rimuovere altre eventuali esche killer e di trovare i responsabili di questi atti criminosi. L’avvelenamento degli animali, infatti, è un reato che contempla una pena che va dai sei mesi fino ai tre anni di reclusione per coloro che sono riconosciuti colpevoli.

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