Wanna Marchi e Stefania Nobile sono state condannate nel 2009 a 9 anni e qualche mese di carcere con l’accusa di associazione a delinquere e truffa aggravata, a questo si è aggiunta anche la bancarotta fraudolenta. Madre e figlia, quindi, sono state ritenute colpevoli di aver abbindolato moltissime persone che, ingenuamente, si sono affidate alle loro parole e ai metodi curativi proposti.
La Marchi è rimasta in carcere fino al 2011, quando le è stata concessa la semilibertà e per poi tornare libera nel 2015. La figlia Stefania, invece, è rimasta in carcere solo alcuni mesi, è stata infatti ricoverata per problemi di salute e poi ha terminato la sua condanna ai domiciliari per poi finire nel 2013 di scontare la sua pena.
Wanna Marchi e Stefania Nobile: il corso online a pagamento
Dopo le ospitate da Barbara D’Urso, nel suo contenitore serale “Live”, le due donne sono state messe di nuovo al centro di aspre polemiche per i loro comportamenti discutibili e, per molti, privi di ogni etica morale. Adesso tornato alla ribalta con un annuncio destinato a far discutere molto: mamma e figlia hanno annunciato che presto terranno un corso online – dietro compenso pari a 29.99 euro – per rivelare i trucchi del mondo delle vendite, al fine di diventare venditori provetti.
“Potrai imparare tutte le tecniche che abbiamo appreso nel corso di anni ed anni di televisione. Con il nostro corso avrai l’opportunità di scoprire ed imparare tutte le migliori tecniche comunicative nel mondo delle vendite“, annunciano entusiaste nella pagina web dedicata a questa iniziativa che sarà online dal prossimo 8 gennaio 2020.
Archiviata definitivamente la possibilità di un loro ritorno in televisione grazie a qualche reality show – ricordiamo, infatti, che la loro partecipazione a “L’Isola del Famosi” del 2017 fu bloccata per le pesanti critiche arrivate dal pubblico – ora madre e figlia provano nuovamente a cavalcare l’onda della notorietà lanciandosi in questo progetto, nato sulle ceneri del loro precedente fallimento.
Al momento le due donne risiedono in Albania dove hanno iniziato un’attività alberghiera, dopo essere state costrette a lasciare l’Italia, come loro stesse hanno dichiarato: “Le abbiamo provate tutte per non lasciare il nostro Paese, ma nessuno offre lavoro alle ‘Marchi’. Una sera eravamo senza benzina sulla via Emilia e senza soldi, un’altra volta non riuscivamo a fare la spesa. Da qualche parte dovevamo ricominciare ed eccoci qui“.