Fabrizio Corona a giorni esce dal carcere per finire di scontare la sua pena agli arresti domiciliari. Negli ultimi anni questa è la terza volta che gli viene concesso di scontare la sua pena fuori dalle mura del carcere. Il noto personaggio televisivo subisce la condanna per le vicende dei foto-ricatti. Tali vicende non destano particolare preoccupazione sociale e non vi è alcuna pericolosità del soggetto tale da richiedere la misura cautelare nonostante il paparazzo soffra di una patologia psichiatrica: per questo le porte del carcere si stanno aprendo.
La malattia di cui è affetto Corona si è aggrava durante il periodo di soggiorno in carcere, e va curata, ma la terapia è incompatibile con la vita in cella. Da ieri sera il Re dei Paparazzi è stato trasferito dal carcere di San Vittone all’Istituto di Cura vicino a Monza per ordine della Sorveglianza di Milano nella persona di Simone Luerti. Il giudice, basandosi su una sentenza della Corte Costituzionale di aprile, ha concesso a Corona il differimento di pena in forma umanitaria. Con questa concessione, l’uomo sconterà la fine della sua pena, che per ora è a marzo 2024, in regine di detenzione domiciliare nella casa di cura da cui non potrà uscire.
La malattia
L’equipe medica di San Vittore ha redatto delle relazioni psichiatriche dalle quali è emerso “un patologico progredire dei disturbi di una personalità borderline, associata a tendenza narcisistiche e ad episodi depressivi“ (già manifestati in passato). I medici affermano che Fabrizio Corona non può più reggere il carcere ed ha già iniziato ad essere resistente alle terapie farmacologice.
Nel provvedimento del giudice, viene comunicato che ci sono tutte le condizioni soggettive ed oggettive per consentire all’uomo di curarsi fuori dal carcere ma all’interno di una struttura medica perché le sue patologie, allo stato attuale, non possono essere curate adeguatamente in carcere. La concessione dei domiciliari al momento è stata data “in via provvisoria” e spetterà poi al Collegio di Magistrati ed esperti della Sorveglianza confermare o meno la decisione. In tale udienza, la cui data è ancora da fissare, la Procura Generale milanese potrà opporsi a questa misura domiciliare. La Procura milanese negli anni ha ottenuto più volte la revoca dell’affidamento terapeutico per ripetute violazioni.
L’avvocato di Corona, Ivano Chiesa, insieme al legale Calcaterra Antonella, dichiara che il suo assistito d’ora in poi dovrà sottoporsi ad un importante e serio programma di cure ed ha ringraziato il magistrato di Sorveglianza per la sensibilità dimostrata. L’avvocato ha inoltre sottolineato che il suo assistito ha compiuto molti errori ma, malgrado ciò, non è un criminale e deve curarsi.