Nessuna sorpresa in particolare per i top gamma Pixel 4 e Pixel 4 XL che, nell’evento Googleiano organizzato a New York, si sono sostanziati in una lunga conferma dei vari mesi di rumors, indiscrezioni, immagini più o meno trafugate, e tutorial ufficiali, circolati sino a qualche ora prima del lancio.
Pixel 4 e Pixel 4XL, concepiti nelle colorazioni Oh so Orange, Just Black e Clearly White con texture posteriore, vantano un design classico, immediatamente riconoscibile dal logo sul retro in vetro (Gorilla Glass 5, come davanti), ormai privo della divisione bi-colore di un tempo, e dal pulsante d’accensione laterale bordato di arancione, con un ampio (al contrario dei bordi laterali e del “mento”) frontalino alto al cui interno è posta un’area rettangolare molto estesa.
All’interno di quest’ultima, infatti, sono presenti la capsula auricolare, un rilevatore di luce ambientale, due sensori a infrarossi OVM7251, un proiettore di punti (in supporto del Face Unlock 3D, unico sistema di sicurezza presente, usabile anche per i pagamenti contactless), ed un Soli radar (disattivabile per la privacy, con dati elaborati localmente) per il supporto delle gesture aeree Motion Sense.
Queste ultime possono essere adoperate per silenziare le chiamate o la sveglia, cambiare una canzone in app come Deezer, YouTube Music e standard, Spotify standard e Stations, Amazon Music, eseguire opzionalmente il Face Unlock quando si sta per impugnare il telefono (il radar captando l’avvicinamento della mano illumina il display e, permesso il riconoscimento facciale, salta la schermata di sblocco), mostrare la modalità Ambient con tanto di notifiche solo passando la mano sul display. Un videogame didattico, “Pokemon Wave Hello”, realizzato con la The Pokémon Company, permetterà di familiarizzare con i comandi del Motion Sense svolgendo delle azioni con 5 diversi personaggi (Pikachu, Grookey, Scorbunny, Eevee, Sobble).
Il monitor, un pannello AMOLED capace di passare da 60 a 90 Hz di refresh rate (modalità Smooth Display), è un FullHD+ (2280 x 1080 pixel) da 5.7 pollici nel Pixel 4, e un QHD+ da 6.3 pollici (3040 x 1440 pixel) nel Pixel 4XL: in ambedue i casi ha il supporto all’HDR10 ed alla feature Ambient EQ (bilanciamento del bianco in base alla qualità di luce ambientale). Nell’ampio frontalino superiore, la selfiecamera grandangolare arriva a 8 megapixel (Sony IMX520, f/2.0, obiettivo da 19 mm, selfie grandangolari ora privi di distorsione grazie ad un miglioramento dell’algoritmo che si occupa nel contempo di mantenere la corretta proporzione tra sfondo e volti, video a 1080p@30fps).
All’interno dello chassis impermeabile (IP68), sempre presente il chip crittografico Titan M per archiviare localmente i dati biometrici, per il processore scende in campo lo Snapdragon 855 che, in coppia con un Pixel Neural Core e la GPU Adreno 640, si avvale di 6 GB di RAM (LPDDR4X) e, a seconda dell’allestimento scelto, di 64 o 128 GB di storage (UFS 2.1) non espandibile.
La batteria è da 2800 mAh nel Pixel 4 e da 3.700 nel Pixel 4 XL, con ricarica rapida a 18W via Type-C e wireless mediante standard Qi: in tema di connettività, i nuovi Pixel 4 includono il Wi-Fi ac dual band, il Bluetooth 5.0 LE (A2DP, aptX HD), il 4G, il GPS (A-GPS, BDS, Galileo, Glonass), ed il modulo NFC per i pagamenti con Google Pay.
Posteriormente, cade un punto fermo della storia pixelliana, con la comparsa – all’interno di un bumper squadrato in alto a sinistra, assieme ad un Flash Dual LED – di una doppia fotocamera, in cui il modulo standard da 12.2 megapixel (Sony IMX363 con f/1.7, obiettivo da 28 mm, messa a fuoco dual pixel via rilevamento di fase, stabilizzazione ottica, video ripresi sino al 4K@30fps) si accompagna con un teleobiettivo (Sony IMX481, zoom ottico 2x e ibrido via Super Res Zoom, stabilizzazione ottica) da 16 megapixel.
Nell’app Camera 7.0, non mancano novità per le modalità di scatto. Con HDR+ vengono scattate 9 foto in sequenza in modo da trarne una migliorata: per essere sicuri che ciò che si inquadra sia più vicino al risultato, sarà presente anche una forma di Live HDR+. Inoltre, vi è una Night Sight migliorata anche nel caso si immortali un cielo stellato (astrofotografia). Con la Dual Exposition, si potrà intervenire in tempo reale sui parametri di luci (con gli algoritmi ML focalizzati nel bilanciamento del bianco sugli scenari difficili, magari innevati) ed ombre, mentre Condivisione Social consentirà di condividere al volo i propri scatti (attraverso uno swipe verso l’alto della miniatura, e la scelta dell’app di destinazione). Infine, non mancherà il backup in qualità originale degli scatti, grazie ai 100 GB offerti (per un periodo limitato) su Google One. L’audio è stereo, con uno speaker nel lato corto basso, e uno (la capsula auricolare) nella cornice superiore frontale, con un assetto che ricorda quanto messo in pratica da Samsung con gli ultimi top gamma.
Il sistema operativo è Android 10, con 3 anni di aggiornamenti, e diverse implementazioni, non tutte accessibili in Italia sin dall’inizio, ma piuttosto riservate all’esordio nei paesi anglofoni.
Il rinnovato Pixel Launcher, oltre a implementare gli sfondi live (9) ed a permettere maggiori combinazioni stilistiche tra icone, sfondi, e font (via app Temi Pixel), onde abbracciare le maxi diagonali dei nuovi Pixel 4 e 4 XL, ora permette di swippare verso il basso in qualsiasi punto, per tirare giù ed espandere la tendina delle notifiche.
L’applicazione Recorder, per la registrazione di file audio, basandosi sulle sole risorse del telefono (senza necessità di connessione) supporta (in inglese) la trascrizione del registrato in file di testo (txt), e permette la ricerca all’interno dei file audio (es. per trovare particolari suoni come le risate, o il pronunciamento di determinante parole). Live Caption si occuperà di captare l’audio da podcast o video, operando in basso la concomitante trascrizione di quanto viene ascoltato.
Assistant, portato (inizialmente nei paesi anglofoni) alla seconda generazione, è dotato di un’interfaccia meno invasiva (con una barra luminosa inferiore che apparirà su qualsiasi cosa si stia facendo e il pannello con le risposte più compatto). In termini pratici, attivato (oltre che strizzando i bordi del telefono o con l’invocazione “Ok Google”) semplicemente sollevando il telefono (raise to talk, all’esordio a Singapore, in Canada e UK), per evitare che resti sempre in ascolto, necessita che si ponga subito la domanda desiderata ed è in grado di gestire (in locale, visto che i modelli di riconoscimento vocale ora occupano solo 500 MB in luogo dei precedenti 100 GB) più richieste concatenate, senza che sia sempre necessario ripetere la hotkey “Ok Google” e con una latenza molto più bassa che in passato (le richieste più semplici sono sempre eseguite in locale e solo quelle più complesse passano dal cloud).
Comprensivi di una confezione al cui interno si troverà un cavo USB Type-C, un adattatore da Type-A (femmina) a Type-C (maschio), un alimentatore da 18W, ed una mollettina per estrarre il carrellino delle SIM, i nuovi Pixel 4 e Pixel 4 XL sono preordinabili da oggi, con spedizioni dal 24 Ottobre, prezzati secondo modello e storage scelto. Nello specifico, il Pixel 4 richiederà 759 euro per 64 GB e 859 per 128 GB, mentre il Pixel 4 XL da 64 GB costerà 899 euro con 999 che ne verranno richiesti optando per 128 GB.