Vegano anche nella moda: lo stile che aiuta gli animali e l’ambiente

Gli abiti in pelle ed in cotone sacrificano inutilmente la vita degli animali e le risorse ambientali del nostro pianeta: ecco allora che si stanno facendo strada sempre più le alternative ecologiche e sostenibili per la produzione tessile mondiale.

Vegano anche nella moda: lo stile che aiuta gli animali e l’ambiente

Dal consumismo usa e getta della sua adolescenza, Sarah King ne ha fatta di strada: attuale dirigente del marketing digitale e fashion blogger vegana, ha alle spalle un corso di moda sostenibile e fa parte del movimento culturale che cerca di sensibilizzare sulla necessità di salvaguardare l’ambiente e gli animali nel settore tessile.

Milioni di tonnellate di abiti indesiderati infatti vengono ogni anno cestinati nel Regno Unito, di cui quasi un terzo è destinato all’incenerimento o alla discarica: molti condizioni lavorative dell’industria tessile inoltre sono scarse, senza dimenticare l’inquinamento del 20% delle acque reflue mondiale e del 10% delle emissioni di carbonio prodotte.

È da questo triste scenario che nasce l’innovativa produzione di materiali biologici come alternativa ai tessuti in cotone e pelle: quest’ultima infatti è costituita dai sottoprodotti della macellazione delle carni, utilizzando anche ingenti quantità di acqua e sostanze chimiche dannose, mentre spesso le alternative nelle cosiddette ecopelli necessitano di petrolio per la loro realizzazione e di centinaia di anni per la biodegradazione, così come il cotone richiede migliaia di litri di acqua per la sua realizzazione.

Ecco allora che sostanze ingegnose, e già in fase di utilizzo tra i principali marchi mondiali di moda, contribuiscono all’abbattimento dell’inquinamento prodotto nell’industria dell’abbigliamento: è il caso ad esempio del Piñatex che, apparentemente simile alla pelle, è realizzato con foglie di ananas.

Allo stesso modo, un’ ottima alternativa è anche il micelio derivato dalle radici dei funghi ed utilizzato per la creazione di tessuti, alimenti ed imballaggi. La seta vegana viene invece bypassata dal lievito di derivazione bioingegneristica mentre il Tencel, chiamato anche Lyocell, viene ricavato dalla fibra di cellulosa degli alberi, necessitando del 95% in meno di acqua rispetto al comune cotone, che però, al momento, risulta più economico. A tal proposito, Richard Blackburn, della Leeds School of Design, ritiene che quest’ultima tipologia di produzione possa estendersi anche all’estrazione di altre tipologie di piante ricche di cellulosa.

Continua a leggere su Fidelity News