Spotify: novità per abbonamento famiglia, podcasters, Storie e rincari

Aggiornato il piano famiglia ed introdotta una funzione a favore dei podcasters, Spotify potrebbe rilasciare le Storie per gli artisti, e rincarare l'abbonamento mensile (dopo un prudente periodo di test in casa, nel nord Europa).

Spotify: novità per abbonamento famiglia, podcasters, Storie e rincari

La più popolare (visti i 250 milioni di utenti arrivi globali) piattaforma di streaming musicale, Spotify, è entrata in una fase particolarmente “calda” della sua storia, con tante novità in rilascio, e qualche (non sempre gradita) sorpresa allo studio. 

La prima novità relativa a Spotify, ideata anche per mettersi alla pari con quanto possibile in Apple Music (pure provvisto d’un abbonamento familiare analogo) mediante lo Screen Time, celebra i cinque anni di vita del “piano famiglia” che, al prezzo di 14.99 euro al mese, supporta 6 utenti premium che vivono sotto lo stesso tetto, e lo fa con una serie di migliorie.

Innanzitutto, in ottica parental control, il proprietario di questa tipologia di abbonamento, e detentore dell’account principale, colui che dal nuovo Family Hub può aggiornare il proprio indirizzo domestico, includendo o rimuovendo i membri familiari, ora può impostare, sui singoli profili secondari, un apposito filtro di modo che questi ultimi non possano accedere ad alcuno dei contenuti classificati come espliciti: onde evitare che vi siano manipolazioni in tal senso, l’aggiunta o la rimozione del filtro sarà blindata tramite l’indicazione di una password. In più, tutti i componenti familiari potranno accedere al Family Mix, una playlist di canzoni che si suppone possano piacere a tutta la famiglia, aggiornata regolarmente, con possibilità di organizzare al meglio dei momenti di ascolto condivisi prendendo visione di chi è connesso durante ogni sessione.

Nell’attesa che la precedente innovazione, già introdotta a partire dall’Irlanda, arrivi praticamente ovunque nel corso del prossimo autunno, il quartier generale di Spotify ha già messo a disposizione, urbi ed orbi, un’altra feature, questa volta a beneficio di chi gestisce un podcast: grazie alla piattaforma “Spotify for Podcasters“, registrando il feed RSS del proprio broadcast periodico, si avranno a disposizione – di base – informazioni come gli ascoltatori totali, il tempo di ascolto medio, e quante persone erano connesse ad ascoltare ogni singolo episodio. Se ancora non fosse abbastanza, onde migliorare le proprie performance confezionando qualcosa che incontri al meglio i favori del pubblico, l’emittente potrà anche consultare le nazioni di provenienza degli ascoltatori, le rispettive abitudini di ascolto, oltre ai gusti musicali del proprio pubblico

Diverso il caso delle Storie per gli artisti di Spotify, una funzione non ancora attiva, ma già in sperimentazione privata, almeno secondo la leaker Jane Manchun Wong, che ha avuto modo di sbirciare nel codice di una versione Android della celebre music app: secondo gli screenshot condivisi, la Storia sarebbe accessibile attraverso la miniatura dell’artista, posta sopra la didascalia che campeggia su ogni playlist dello stesso. Avviando la Storia, nell’esempio avente per protagonista la raccolta “Don’t Feel Like Crying”, la cantante norvegese Sigfrid rispondeva a varie domande su ogni canzone della playlist, con l’utente che poteva far mente locale ascoltando un frammento di una particolare traccia, onde decidere se aggiungerla alla libreria personale.

Una manciata di mesi fa, precisamente a Giugno, Spotify ha conseguito un importante risultato, sostanziato nel raggiungimento di 108 milioni di utenti paganti, con un incremento del 31% su base annua. Ciò nonostante, considerati i dati un po’ inferiori alle stime, ed i conti ancora in rosso quanto a redditività, anche alla luce della fresca quotazione borsistica della piattaforma, secondo Bloomberg, sarebbe pronto un rincaro dell’abbonamento mensile: il tutto partirebbe prossimamente dai paesi nordici, con una rimodulazione del 13% seguita da un periodo di ascolto dei feedback, onde valutare l’opportunità di estendere la misura, in seguito, a tutto il mondo.

Come se non bastassero le brutte notizie, la rimozione del widget sulla Home degli Android phone continua a non piacere al pubblico degli utenti di Spotify, tanto che quest’ultimo s’è già organizzato per rimediare “artigianalmente” alla defalcazione dell’amata funzione, ricorrendo ad app di terze parti, come Tasker e KWGT, con seguitissimi tutorial online.

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