Altro che Chernobyl: al mondo esistono delle zone in cui i livelli di radioattività sono più alti di quelli riscontrati in prossimità del temuto reattore numero quattro. Ma se è sì vero che quanto avvenuto nel 1986 rimane l’incidente nucleare più grave della storia, questo non significa che Chernobyl sia anche il luogo più radioattivo del pianeta.
Sotto questo punto di vista, a far peggio della funesta località un tempo facente parte dell’Unione Sovietica troviamo le insospettabili Isole Marshall. Disperse nell’Oceano Pacifico, ad un primo sguardo potrebbero essere scambiate per degli incontaminati paradisi naturali, ma per ricredersi sarebbe sufficiente avere tra le mani un contatore geiger.
Ma anche chi non ne fosse equipaggiato, probabilmente si farebbe venire qualche dubbio rileggendo i libri di storia. Tra il 1946 e il 1958 le isole Marshall hanno ospitato 67 esperimenti atomici condotti da parte dell’esercito statunitense, ragion per cui non farebbero al caso di chi cerca la classica isola deserta dove fuggire dal tran tran quotidiano.
A lanciare l’allarme sono stati i ricercatori della Columbia University di New York, dopo aver studiato i livelli di radioattività presenti all’interno di questo arcipelago, un tempo colonia dell’impero tedesco. Qui i livelli di contaminazione sono risultati tra 10 e 1000 volte quelli riscontrabili nelle immediate vicinanze sia della centrale di Chernobyl che di Fukushima.
La maggior preoccupazione riguarda soprattutto l’isola di Bikini, usata dall’esercito degli Stati Uniti per far detonare nel 1954 Castle Bravo, la bomba all’idrogeno mille volte più potente di quella sganciata ad Hiroshima; ad oggi quel test rimane il più grande mai condotto dall’esercito a stelle e strisce.
Attualmente queste isole sono disabitate e non potrebbe essere diversamente: da 40 campioni prelevati, in alcuni casi sono stati registrati livelli di contaminanti da brivido. È questo il caso del plutonio, individuato in una quantità fino a mille volte superiore rispetto a quella registrata dopo il disastro di Chernobyl, così come il cesio-137, più alto rispetto a quello presente a Chernobyl a 10 anni dall’esplosione del reattore.