Spotify Lite: rilasciata in versione stabile, con diverse rinunce e qualche pregio

La variante dimagrita del client per accedere al noto servizio di streaming musicale, dopo oltre un anno di test, è stata rilasciata in forma definitiva in un ristretto novero di paesi emergenti: ecco con quali specifiche, tra tanti contro e qualche pro.

Spotify Lite: rilasciata in versione stabile, con diverse rinunce e qualche pregio

Dopo circa un anno dal suo esordio in beta, è stata finalmente rilasciata la versione finale di Spotify Lite, l’applicazione leggera, nata sulla scia del successo di Android Go e preceduta da diverse altre app lite, che consente di accedere all’esperienza musicale dell’omonima piattaforma svedese pur disponendo di dispositivi datati/limitati, o trovandosi in contesti dalla connessione non impeccabile.

Spotify Lite ha diversi elementi di pregio, a cominciare dalla riduzione del peso, ovvero dello spazio occupato in memoria a installazione conclusa, con un una dieta che l’ha condotto dai 100 MB della versione standard agli appena 15 MB di quella alleggerita: in più, è anche possibile – mediante un pulsante ad hoc – accedere istantaneamente alla cache dell’app, per controllarla e – se del caso – cancellarla, e non manca neppure l’opzione per settare, a tutela del proprio piano dati, un limite di MB (250/500/750) o GB (1/2/3) consumabili mensilmente, con annessa notifica di alert che raggiunge l’utente a soglia superata. 

Come nel caso dell’ultimo Facebook Lite, però, non mancano i difetti e le rinunce, con limitazioni molto forti in tema di esperienza utente. Innanzitutto, pur essendo utenti paganti, non è possibile ascoltare off-line i propri brani preferiti, forse per risparmiare spazio ma, in aggiunta, non è nemmeno possibile settare la qualità d’ascolto dei brani e risultano deprecate le sezioni Podcasts e Behind the Lyrics, nell’ambito di scelte probabilmente dettate dal timore di un eccessivo impatto sul consumo del traffico dati. 

La lunga lista delle rinunce cui è stata soggetta Spotify Lite prosegue con il fatto che gli iscritti a Spotify Premium non hanno la facoltà di scegliersi i brani da ascoltare, potendosi affidare ad un ordine casuale nel playing, il profilo degli artisti ha perso molte informazioni contestuali, Spotify Connect che permetteva di ascoltare la musica su device connessi è sparita, e le playlist – raggruppate in ordine casuale, e non più organizzate per cartelle – non beneficiano dei criteri di ordinamento

Nel caso non si fosse ancora spaventati dal lungo elenco di tagli menzionato, e si volesse provare comunque Spotify Lite, compatibile con i dispositivi provvisti di Android 4.3 o superiore, occorrerà attendere: il lancio dell’app riguarda, per ora, 36 paesi in via di sviluppo, ed il relativo apk non è presente nemmeno nell’affidabile repository online di ApkMirror. 

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