L’inarrestabile Facebook prosegue nel portare avanti alcuni dei suoi recenti progetti più ambiziosi, come nel caso degli smart display Portal e in quello della criptomoneta stabilizzata: molte delle presenti novità, ma anche altre, saranno perfezionate ascoltando ancora una volta i desiderata ed i gusti degli utenti, mediante un’apposita ricerca di mercato. Nel frattempo, però, Zuckerberg non manca di sottolineare il costante impegno del social nel mantenersi un ambiente sano, sicuro, ed al riparo dalle fake news, attraverso l’ennesima campagna di repulisti.
Ormai da tempo Facebook si è cimentata nel segmento degli smart display, col varo dei modelli Portal e Portal Plus che, provvisti rispettivamente di monitor da 10 e 15 pollici, consentono di gustare video, foto, musica (es. da Spotify) ma, soprattutto, tramite videocamera e microfono disattivabili, di effettuare delle videochiamate via Messenger. I prodotti in questione, ufficializzati l’autunno scorso, potrebbero presto avere degli eredi, l’autunno di quest’anno: a confermarlo, nel corso della Code Conference organizzata come tutti gli anni dalla rivista Recode, è stato quel Andrew Boswort che, tra i vicepresidenti di Facebook, si occupa di realtà virtuale e aumentata. Secondo il colletto bianco di Menlo Park, confortata da vendite promettenti, la sua azienda ha deciso per una nuova generazione di Portal, con un form-factor nuovo, ma sempre molto incentrati sulla comunicazione tra due persone: gran parte delle indiscrezioni circolanti in questo momento, tratte dall’analisi del firmware di Portal, portano in direzione di un dispositivo che – noto col codename di “Ripley” – andrebbe agganciato alla TV per consentire di sfruttarne l’ampio monitor per gestire le videochiamate (grazie a WhatsApp), le dirette in streaming (via Facebook Live), e per condividere foto e video di Instagram (tramite Superframes).
Anche il progetto della criptomoneta, per alcuni chiamata Libra, per altri GlobalCoin, procede spedita, tanto che – secondo TechCrunch – il 18 Giugno si potrebbe già assistere alla presentazione del relativo white paper, col quale verrebbero illustrati il funzionamento e la tecnologia alla base dell’iniziativa. Ad oggi, è noto che si tratterà di una stablecoin ancorata al dollaro, ma anche ad un insieme di altre criptovalute, sempre per arginare la volatilità nelle quotazioni della stessa che, in ogni caso, potrebbe essere usata per acquistare beni virtuali sul social (es. la pubblicità), prodotti concreti in giro per la rete, effettuare scambi di denaro tra gli utenti, e supportare gli esercenti, con tariffe più convenienti di quelle praticate dalle società che gestiscono le carte di credito.
Non si è ancora sopito del tutto lo scandalo del Project Atlas, l’app di ricerca con cui Facebook remunerava gli utenti 20 dollari al mese per farsi tracciare in ogni comportamento online, che è stata già rilasciata l’app “Study” per condurre ricerche di mercato sulle abitudini digitali degli utenti: tale app, rilasciata in India e USA per Android e iOS, recluta i partecipanti, volontari, e dai 18 anni in su, tramite le pubblicità del social. Cliccando su queste ultime, dopo una valutazione della propria idoneità, si potrà scaricare l’applicazione che, a quanto dichiarato, non analizzerà contenuti personali come foto, messaggi, e video, né raccoglierà elementi traccianti come le password o gli ID utente, limitandosi ad analizzare la nazione di provenienza degli stessi, il tipo di dispositivo o rete usati, le applicazioni più utilizzate, per quanto tempo, e con predilezione verso quali funzionalità in particolare. In ogni momento verrà ricordato all’utente il modo in cui verranno usati i dati e la facoltà di disiscriversi dal progetto: tuttavia, proseguendo nello stesso, si matureranno dei compensi erogati sul conto PayPal.
Infine, una buona notizia nell’atavica lotta del social contro la disinformazione. Secondo quanto appreso da oltreoceano, Facebook avrebbe chiuso la pagina di estrema destra “Natural News”, specializzata nel diffondere bufale non solo a livello ambientale ed ecologista, ma anche nel propagandare rimedi naturali, dalla non comprovata efficacia e provenienza, quali soluzioni mediche per problemi di vario tipo. Ovviamente, il gestore della pagina – Mike Adams – non l’ha presa molto bene, accusando Zuckerberg di complottismo.