Onde “tirare la volata” all’evento del 25 Marzo prossimo, nel corso del quale Apple presenterà i suoi nuovi servizi in abbonamento, legati all’intrattenimento e all’informazione, il colosso di Cupertino sta annunciando, quasi a cadenza giornaliera, delle piccole novità di carattere hardware. Messo in ghiaccio i nuovi tablet, ora è la volta degli aggiornamenti destinati agli all-in-one, con affinamenti dedicati tanto agli iMac Retina quanto agli iMac Pro.
I nuovi iMac Retina del 2019 conservano lo stesso, intatto, design in auge dal lontano 2012, mentre – dalla precedente generazione, datata 2017 – vengono mutuati gli schermi luminosi (500 nits) e dai colori vivaci (1 miliardo di sfumature, grazie allo spazio cromatico P3) in 4K per il modello da 21.5 pollici, e in 5K per il modello (semi professionale) da 27 pollici (presumibilmente usato anche da chi mixa musica con Logic Pro X, edita i video con Final Cut Pro X).
Anche la dotazione di porte non cambia, con l’acquisizione di file via microSD o tramite quattro porte USB 3.0, mentre la connessione di schermi esterni punta ancora sulle due Thunderbolt 3, quella delle cuffie sul jack da 3.5 mm, e la connessione cablata sulla porta Gigabit Ethernet. Gli upgrade avvengono a livello elaborativo.
Nel caso degli iMac 21.5”, listati a cominciare da 1.549 euro, il guadagno prestazionale viene ottenuto grazie a processori Intel di 8° generazione, con un quad-core di base che, volendo, può lasciare il posto a un i7 esa-core (da 3.2 a 4.6 GHz in TurboBoost) mentre, in ambito grafico, la GPU integrata Intel Iris Plus 640 può essere avvicendata con una scheda grafica dedicata con 2 (Radeon Pro 555X) o 4 (Radeon Pro 560X o Vega 20) GB di memoria riservata.
Passando alle memorie, la RAM dell’iMac 21.5”, di tipo DDR4 e con frequenza pari a 2.666 MHz, prevede tre pezzature, da 8 a 32 passando per 16 GB, laddove lo storage si ferma al solo taglio da 1 TB (hard disk meccanico da 5.400 rpm, SSD, o ibrido Fusion Drive).
Il più grande iMac 27”, già in vendita a partire da 2.199 euro, può spingersi sino alla 9 generazione (con 6 od 8 core) per i processori Intel Core (es. i9 da 3.6 a 5.0 GHz) e, nel permettere l’adozione di una scheda grafica dedicata, parte dai modelli (Radeon Pro 570X o Pro 575X) con già 4 GB di VRAM per arrivare a quelli con 8 GB (Radeon Pro Vega 48 o Pro 580X). In questo caso, di un gradino più in alto risultano essere anche la RAM, qui anche nel taglio massimo da 64 GB, e lo storage, che contempla o un SSD da 2 TB, o un Fusion Drive da 1 (configurazione base) o 3 TB.
Ovviamente, non potevano rimanere intonse le configurazioni destinate agli iMac Pro, solitamente sfruttati in contesti professionali: in questo caso, l’opzione massima di RAM (ECC DDR4 da 2.666 GHz) ora tocca quota 256 GB, mentre – in ambito grafico – fa il suo esordio una terza opzione di scelta, in veste di GPU Radeon Pro Vega 64X in cui la dotazione di memoria HBM2 ammonta a ben 16 GB. Il risultato dei nuovi aggiornamenti si traduce in una configurazione massima (basata sul processore 18-core Intel Xeon W) comprensiva anche di 4 TB di SSD, oltre che di un Magic Trackpad 2 e di un Magic Mouse 2, prezzata a ben 18.500 euro.