Da diversi mesi, Facebook campeggia in pianta stabile tra i notiziari hi-tech di mezzo mondo e, anche in questa prima settimana dicembrina, tale assunto ha confermato la sua validità, con – nelle scorse ore – l’annuncio delle iniziative del social per questo fine di 2018, ed ulteriori polemiche sul tema dei dati personali.
Twitter, di recente, ha pubblicato la classifica dei suoi trend per quanto riguarda il 2018, ed anche Facebook ha pensato di fare lo stesso, palesando la sua, tramite un post ufficiale, nel quale sono riportati gli argomenti di cui più si è discusso nell’anno in corso: tra questi, momenti tristi come la morte di personaggi celebri (Stephen Hawking, Burt Reynolds, Aretha Franklin, Dolores O’Riordan), ma anche lieti come il matrimonio tra il principe inglese Harry e Meghan Markle. Per il secondo anno di fila, si è parlato molto della Giornata Internazionale della Donna, e di altri argomenti importanti, come le consultazioni politiche (il midterm americano, e le presidenziali brasiliane). Immancabile lo sport, nell’anno della Coppa del Mondo di Calcio svoltasi in Russia, con i commentatissimi match della semifinale Inghilterra – Croazia e della finale, e la 52° edizione del Super Bowl, con annesso omaggio a Prince.
Sempre in tema di iniziative, celebrative, Facebook ha confermato di aver realizzato uno speciale video rievocativo dei momenti più salienti del 2018, cucito appositamente per ogni utente, in forma di filmato di qualche secondo in cui vengono mixati i migliori contenuti in cui si è stati taggati, con quelli che si è condiviso di propria sponte: sarà possibile accedervi dal 10 Dicembre prossimo, in modo da editarlo e, volendo, condividerlo con amici e familiari.
Infine, ancora problemi sul fronte dei dati personali. Dal parlamento inglese si continua a pubblicare le email riservate sequestrate settimane fa a Facebook, con conseguenti sorprese a ripetizione. Giusto ieri si parlava di una whitelist che avrebbe permesso ad alcune aziende di accedere ai dati degli utenti, a scapito di altre, ed oggi è emerso il criterio secondo cui tale scelte venivano fatte. Secondo una mail di fine 2012, gli sviluppatori creano applicazioni sulla base di ciò che gli utenti vogliono condividere e, per introdurvi una dimensione social, attingono a Facebook (log-in tramite il social, lista amici, etc), ma ciò è positivo per Facebook solo nei termini in cui, condividendone il risultato anche sul social, se ne aumenti il valore della relativa rete.
A stretto giro, è arrivata la replica diretta del CEO, Mark Zuckerberg, che – con un post – ha spiegato che, nel 2014, per prevenire l’abuso da parte di app terze, hanno annunciato che avrebbero cambiato l’intera piattaforma per limitare drasticamente l’accesso ai dati dalle app. In ogni caso, pur avendo discusso di come consentire l’accesso agli sviluppatori (es. accesso gratuito ma acquisto degli spazi pubblicitari), la cosa sarebbe stata ben diversa dal pensare di vendere i dati degli utenti (“Non abbiamo mai venduto i dati di nessuno“).