WhatsApp è, certo, l’applicazione di messaggistica più diffusa e popolare al mondo, e ciò viene continuamente dimostrato anche dall’uso che i truffatori ne fanno nel ghermire i dati degli utenti, e dalle iniziative di contrasto varate dai concorrenti, tra cui l’iper accessoriato Telegram.
Qualche giorno fa, diversi utenti hanno comunicato d’aver ricevuto, in mail, un messaggio firmato da un fantomatico “WhatsApp Messenger Support“, che li avvertiva dell’imminente scadenza del loro abbonamento gratuito, e della necessità di sottoscriverne uno premium, pena la possibilità di perdere tutti i propri dati multimediali condivisi (quindi, video e foto).
Ovviamente, nulla di tutto ciò è vero, dacché WhatsApp è gratuito da diversi anni, in seguito all’acquisizione di Facebook, e posto che le chat (ed i relativi materiali) vengono salvate, automaticamente o manualmente, sul Google Drive dell’utente, ove restano disponibili anche una volta cancellato l’account dell’app. Tra l’altro, anche il mittente indicato, e la resa del testo della missiva, lasciano più di un dubbio sulla bontà della comunicazione: si tratta, quindi, di un classico tentativo di ottenere i dati dell’utente, e magari, di iscriverlo a qualche servizio a tariffazione maggiorata, sfruttando l’ingegneria sociale della paura.
WhatsApp, però, nelle ultimissime ore, è stata presa di mira anche dalla concorrenza, seppur in modo molto simpatico ed arguto. E’ noto, infatti, che dopo un’attesa di proporzioni bibliche, WhatsApp abbia introdotto gli stickers, o adesivi, aprendosi anche al contributo degli sviluppatori indipendenti, attraverso pacchetti liberamente scaricabili dal PlayStore. Ebbene, tra coloro che hanno offerto i propri assortimenti di adesivi per WhatsApp figura anche Telegram stesso, che – nello specifico – ne ha impacchettati ben 20, tra cui una decina in tema Halloween.
Nella pagina del PlayStore dal quale si scaricano gli adesivi in questione, Telegram ha scelto di pubblicizzarli tramite dei finti screenshot di conversazioni che spiegano perché dovrebbe essere preferita a WhatsApp, citando motivazioni come la possibilità di entrare in un gruppo senza dover fornire il proprio numero di telefono, quella di poter chattare da PC anche a telefono spento, di poter sincronizzare le proprie chat tra più dispositivi, o di poter passare da iOS ad Android senza perdere le proprie conversazioni. Decisamente un modo intelligente di palesare agli altrui utenti le proprie potenzialità.