Si è conclusa la guerra legale tra la figlia della bravissima Anna Marchesini – Virginia Valente – contro il padre Pasquale “Paki” Valente e la conduttrice Barbara D’Urso. Tutto era nato quando l’uomo aveva rilasciato dichiarazioni in tv ma anche a mezzo stampa riguardanti l’attrice scomparsa nel 2016 e la loro famiglia, lanciando anche molti appelli per cercare di ricucire il rapporto con la ragazza.
Coinvolti appunto nella vicenda anche Carmelita D’Urso rea di aver ospitato Paki Valente due volte nella trasmissione Domenica Live – ovvero il 18 settembre 2016 e poi il 26 febbraio 2017 – e il settimanale “DiPiù” che invece pubblicò una lettera riproposta successivamente in trasmissione proprio dalla D’Urso. Virginia non aveva visto di buon occhio questo comportamento ma anzi, secondo lei quello era stato solamente un tentativo per “fare audience”.
“Lo diffido dall’occuparsi a qualsiasi titolo di me con dichiarazioni e prese di posizione, lo diffido inoltre dall’occuparsi della mia vita, dal momento che lui non solo non ne ha mai fatto parte ma ha cercato in tutti i modi di danneggiarla” questa le parole che racchiudono in parte anche la denuncia fatta da Virginia sia in Procura che al Garante della Privacy.
Il padre Paki in questa vicenda invece ha sempre difeso la figlia dichiarando addirittura che, seppur Virginia continui a definirlo con modi creativi, lui rimane sempre suo padre sia affettivamente che moralmente, che per la legge Italiana. Il processo invece si è concluso solamente poche ore fa e la decisione presa dal Gip finalmente ha messo fine a questa diatriba.
“Nessun reato, solo pochezza intellettuale”, infatti secondo il giudice non ci sarebbe stata alcuna natura diffamatoria ma solamente pochezza intellettuale di chi pone in essere certi fenomeni archiviando così non solo le accuse nei confronti del padre ma anche quelle contro con la conduttrice di Domenica Live e Pomeriggio 5, Barbara d’Urso.
Riguardo invece la lettera che Paki aveva mandato al settimanale DiPiù secondo il gip, si è trattato solamente di una manifestazione di dolore per non aver avuto la possibilità di coltivare il rapporto affettivo con la figlia a causa di una presunta condotta ostruzionistica della Marchesini. Invece secondo il gip Tamara de Amicis, con la definizione “sciacallaggio televisivo” Virginia ha voluto solamente sottolineare come certe trasmissioni hanno volutamente dato voce ad argomenti che la riguardavano in prima persona.
“Ha dato una compiuta spiegazione a certi fenomeni, che sono chiaramente inopportuni, oltre che dimostrativi di pochezza intellettuale e morale di chi li pone in essere, ma non attingono la soglia di rilevanza penale”. e con queste parole il caso è stato definitivamente chiuso.