WhatsApp, come noto, ha raggiunto lo straordinario traguardo di 1.5 miliardi di utenti attivi al mese. Un dato, questo, che Facebook ha comunicato con grande orgoglio, datosi che la crescita dell’app in verde è diventata vertiginosa proprio con l’acquisto da parte di Menlo Park: a giudicare, però, dalle ultime truffe che tramite tale app hanno colpito diversi utenti, gli hacker non hanno certo bisogno di essere incentivati con numeri del genere…
Da ormai un mese, infatti, ben due truffe – basate sul sistema delle “carte regalo” – hanno iniziato a prendere di mira gli utenti di Wind, Vodafone, Tim, e Tre, che usano WhatsApp. La prima di esse promette la possibilità di vincere una carta regalo del valore di 250 euro per fare la spesa nella catena di discount Lidl (già coinvolta, suo malgrado, in false promozioni simili) che, in tal modo, festeggerebbe i 55 anni della sua storia commerciale. Nel messaggio, divenuto virale, sarebbe accluso un link cliccando sul quale si verrebbe prima invitati a inserire i propri dati, per l’attivazione silenziosa e non consensuale di un abbonamento a tariffazione maggiorata (con 5 euro che verrebbero subito detratti dal proprio credito), e poi si inviterebbe la vittima a condividere il messaggio ricevuto con 15 contatti (per massimizzare gli effetti della truffa).
Simile è la truffa numero due. Questa volta, gli utenti di WhatsApp – secondo quanto confermato dalla Polizia Postale – verrebbero allettati con l’eventualità di vincere delle GIF card spendibili nei negozi Unieuro o Euronics: peccato che, cliccando nel link annesso alla promo, e inserendo i propri dati personali per poter riscuotere il premio, si otterrebbe solo il progressivo o totale azzeramento del proprio credito telefonico.
Il buon Corrado Mantoni direbbe “e non finisce qui“. Quali sono i più famosi servizi di intrattenimento basati sullo streaming? Esatto: Spotify e Netflix. Proprio questi ultimi sono stati usati come esche per ghermire i dati personali dei poveri utenti di WhatsApp: nel primo caso, un messaggio paventerebbe la possibilità di vincere uno dei conti Spotify Premium che la piattaforma di streaming musicale sta regalando, semplicemente tramite un click che, però, porterebbe ad una pagina ove, con loghi diversi da quelli ufficiali ed un italiano dalla pessima grammatica, si verrebbe invitati a comunicare dati bancari e personali.
Nel caso della piattaforma di video streaming creata da Reed Hastings, invece, la truffa – ancorché simile – tenterebbe di rendersi più plausibile attraverso l’invio di un messaggio WhatsApp in cui si spiega che vi è la possibilità, pagando solo 1 euro, di ottenere un abbonamento per Netflix premium valido per un anno. Anche in questo caso, però, seguirebbe un link che, in sostanza, inviterebbe a fornire dati personali e bancari che verrebbero usati o per truffe, o rivenduti, o utilizzati per sottrarre piccole o grandi somme di denaro dal nostro conto corrente.
Contro tutte le truffe in questione, veicolate sempre più spesso tramite WhatsApp, giova ricordare – a mo’ di difesa – che nessun’azienda è solita regalare coupon, buoni sconto, gift card, abbonamenti, pubblicizzando una promo di tal livello tramite i (poco curati) messaggi di una qualche app di messaggistica.