E’ passata una settimana da quando, su Sky Atlantic, è andata in onda la decima e ultima puntata della terza stagione di Gomorra, la serie TV ispirata ai romanzi di Roberto Saviano. Il finale, con la morte di uno dei protagonisti più amati dal pubblico, Ciro Di Marzio, interpretato da Marco D’Amore, ha lasciato l’amaro in bocca ai seguaci della serie.
Chi invece sta vivendo una nuova vita è l’Hotel Mignon di Napoli e precisamente la stanza numero 60, che nella terza stagione, è stata l’alloggio di Ciro Di Marzio, detto l’Immortale, dopo il suo ritorno dalla Bulgaria nella città partenopea.
Infatti, in questi giorni, fioccano le prenotazioni per poter alloggiare in questa stanza, anche pagando prezzi superiori alla media e magari affacciarsi al balcone accanto all’insegna luminosa verde, più volte sfondo dei pensieri dell’Immortale. Le richieste arrivano principalmente da turisti, anche stranieri, nonostante su TripAdvisor, la struttura, un economico due stelle, situato nei pressi di Piazza Garibaldi, non gode di molte recensioni positive.
Sul famoso portale web di viaggi, l’albergo è stato valutato pessimo in oltre il 70 per cento dei casi con una valutazione complessiva di solo una stella e mezza. “Topaia”, “Che Schifo!”, “Chiamarlo bettola è un complimento”, i titoli delle recensioni più recenti, che non lasciano spazio all’immaginazione.
Ed in effetti, anche durante la serie, la stanza dell’hotel era apparsa molto modesta, proprio in contraddizione con le abitazioni dei boss camorristici, ricoperte di suppellettili in oro. D’altronde per Ciro Di Marzio si trattava di un umile rifugio, visto che dopo il suo esilio in Bulgaria, e la morte della moglie, per opera sua, e della figlia, uccisa da Malammore su ordine di Pietro Savastano, non aveva più nulla nella città partenopea.
Adesso, come confermato dalla struttura, la gente chiede di alloggiare, anche solo per una notte, nella “stanza di Ciro”, ma anche solo visitarla, come fosse un museo o ancora peggio un luogo di culto.