Torna l’ allarme AIDS. A lanciarlo il quotidiano inglese The Indipendent, che riporta le parole di Jeremy Farrar, il direttore del Wellcome Trust.
Secondo lo specialista in campo di malattie infettive, lo sviluppo e il dilagare di diversi ceppi di virus resistenti ai farmaci potrebbe comportare una nuova ondata di Aids nei prossimi 20 anni “Una nuova pandemia con lo spettro dell’hiv resistente ai farmaci è una possibilità reale – ha spiegato il dottor Farrar – e può avere un enorme impatto nei prossimi 20 anni, se i farmaci, che finora hanno consentito notevoli miglioramenti nell’aspettativa di vita dei pazienti, diventeranno meno efficaci. È inevitabile che la resistenza all’hiv aumenti, perché si tratta di un virus che può mutare facilmente”.
È, infatti, molto noto nell’ambiente medico la resistenza del virus dell’HIV i farmaci di prima, seconda e terza generazione e che “le opzioni terapeutiche per il virus non sono infinite. Non è quindi irragionevole pensare che una pandemia di hiv possa ritornare. È’ una possibilità abbastanza reale”, ha commentato Jeremy Farrar. Per proteggersi, “è essenziale – continua – usare i farmaci esistenti in modo efficiente ed efficace, per evitare lo sviluppo di ulteriori resistenze. Bisogna anche continuare a sviluppare nuovi composti, e non accontentarsi solo di quelli esistenti”.
Per evitare questo allarme AIDS l’infettivologo Farrar ha proposto di creare “una potente organizzazione globale” capace di coordinare i tentativi di creare una risposta quanto più efficace possibile alla minaccia di batteri super-resistenti agli antibiotici ed infezioni come malaria ed Hiv che iniziano a mostrare segni di resistenza.
In Italia si registrano ogni anni circa 4 mila nuovi casi di Hiv. Più della metà di queste arrivano dalla Lombardia (27.6%), dal Lazio (14.5%) e dall’Emilia Romagna (10.4%). Dalla metà degli anni Ottanta ai giorni nostri la proporzione dei casi dovuti alla trasmissione dell’infezione per scambi di siringhe è diminuita dal 74.2% del 1985 al 5.3% del 2012, ma sono in netto aumento i casi di trasmissione sessuale. Il dato allarmante, però, riguarda anche l’età della diagnosi che si alza sempre di più con un’età media di 38 anni per gli uomini e di 36 per le donne.