Già da tempo si sostiene che l’uomo sia giunto al suo massimo in termini evolutivi, e che – per progredire ancora – debba semplicemente trasformarsi in un cyborg, ovvero includere delle parti tecnologiche che permettano, con aggiornamenti periodici, di acquisire nuove funzionalità. Tra queste ultime, e grazie ad un microscopico chip impiantato sotto pelle, vi è anche la facoltà di pagare i biglietti del treno, quanto meno in Svezia.
Elon Musk, di recente, ha fondato un’ennesima azienda hi-tech, la Neuralink, per “connettere il cervello umano a internet”: senza andare tanto lontano, i casi di integrazione uomo-macchina esistono già, basti pensare alle persone che “montano” un pacemaker, a quelle che “indossano” mani e braccia artificiali, o ai sempre più diffusi casi di individui che recuperano la mobilità grazie all’uso di esoscheletri (presto usati anche a vantaggio degli operai), senza contare i primi episodi di chip impiantati a scopo medico.
In questo percorso, si inserisce anche una recente notizia, proveniente dalla Svezia, che ha destato molto scalpore. Sembra, infatti, che la società ferroviaria svedese “SJ” abbia iniziato ad effettuare il check-in sui propri treni con biglietti digitali caricati in microchip impiantati nelle mani dei passeggeri, e che – all’iniziativa – abbiano già aderito ben 3000 persone.
Nello specifico, si tratta dei dipendenti della start-up Epicenter, con base a Stoccolma, che hanno già accettato di farsi impiantare, tra pollice e indice, un microchip grande quanto un chicco di riso, e dal costo di appena 150 dollari, pur di avere determinate “comodità” in ufficio: con tale upgrade, infatti, possono accedere agli uffici senza inserire i codici, accendere e spegnere le luci nei vari ambienti, pagano le bevande alla macchinetta in un battibaleno, e possono usare liberamente le stampanti.
Ora, grazie all’iniziativa delle locali ferrovie, queste persone – moderni cyborg – possono anche “obliterare” il biglietto sul treno: si parte con l’acquisto del biglietto, online o via app, dopo aver inserito il proprio codice del “Programma Fedeltà”, e si scaricano gli estremi del titolo di viaggio nel proprio chip. Quando si sarà saliti sul treno, sarà sufficiente avvicinare la mano al POS del controllore perché l’NFC faccia il resto, trasmettendo i dati dell’acquisto effettuato, con relativa verifica e autenticazione.
Come accennato, la notizia – una volta diffusasi – ha portato le ferrovie svedesi al centro di una serie di polemiche, sollevate da chi teme pericoli per la privacy ma, sotto questo punto di vista, un portavoce delle “SJ” ha già spiegato che, se tale è la preoccupazione, v’è più da temere dal proprio smartphone o dalla propria carta di credito contactless. Inoltre, l’iniziativa pare sia piaciuta davvero molto anche altrove, visto che è stata adottata da altre aziende svedesi, ed introdotta anche in Belgio, Australia (iniziativa nota come “Chip My Life”), e Stati Uniti.