Facebook è stata spesso attaccata per la grande molte di dati personali che gestisce, e per il fine con cui questa raccolta avviene. Tuttavia, in alcuni casi, la condivisione di informazioni personali – da parte dei big della tecnologia – può esser fatta a buon fine: è il caso della nuova iniziativa di Facebook intitolata “Mappe delle calamità”, che si propone di sfruttare alcune informazioni aggregate, dei suoi utenti, al fine di migliorare la gestione, ed il coordinamento, dei soccorsi in casi di tragedie, attentati, e calamità naturali.
L’iniziativa in questione, come accennato, si chiama “Mappe delle calamità”, e sarà un utile complemento del “Community Help“, sistema per dare e ricevere aiuto nelle emergenze, e del già presente “Safety Check“: se quest’ultimo, infatti, permette agli utenti di segnalare ai propri contatti di essere in salvo, durante un evento drammatico, le nuove mappe di Menlo Park andranno a vantaggio delle organizzazioni umanitarie, permettendo loro di sapere dove intervenire, e con quale intensità, in caso di calamità.
I dati condivisi nelle “Mappe delle calamità” riguardano la posizione GPS lasciata condivisa e pubblica dagli utenti sui propri device mobili ma, a tutela della privacy, sono stati aggregati in forma anonima: in sostanza, non localizzano specifiche persone, ma indicano quante persone si trovano in un determinato posto, prima, durante, e dopo l’evento problematico.
Oltre a ciò, grazie ai dati, aggregati ed anonimi, del Safety Check, si potrà sapere anche quante persone siano già in salvo – in modo da sapere ove portare gli aiuti ed il sostentamento necessari – e avere l’indicazione, a livello di trend, della direzione verso cui stiano convergendo le persone, nel corso dell’evento, sì da poter posizionare con cognizione di causa e tempismo i punti di raccolta degli sfollati.
Sempre a tutela della privacy degli utenti, Facebook fa sapere di essere al lavoro su tali “Mappe delle calamità” con organizzazioni internazionali che, oltre a rispettare i più rigorosi parametri sulla riservatezza, sono anche ben note ed al di sopra di ogni sospetto: nella fattispecie, si parla del “Programma alimentare mondiale” (World Food Programme), della “Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa” (FICR), e dell’Unicef.