Secondo un vecchio detto, arrabbiarsi fa male al fegato. In realtà, stando ad un recente studio condotto dal Population health research institute della McMaster iniversity di Hamilton, in Ontario, e pubblicato sulla rivista Circulation, la rabbia e l’ira fanno male al cuore più che al fegato.
La rabbia infatti sarebbe in grado addirittura di far raddoppiare i rischi di infarto e attacco cardiaco nel breve termine. Una cosa che non dovrebbe stupire più di tanto, se si considera che quando ci arrabbiamo immediatamente si verificano palpitazioni, innalzamento della pressione arteriosa e, addirittura, senso di svenimento.
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno preso in considerazione ben 12.000 persone (tre quarti uomini e con 58 anni di età media) che hanno avuto un infarto, appartenenti a oltre 50 Paesi del mondo. I ricercatori hanno fatto loro domande finalizzate a scoprire quale fossero il loro stato emotivo e le loro attività a 24 ore e a 60 minuti prima dell’attacco di cuore.
Dalle informazioni raccolte è emerso che il 14,4% dei pazienti intervistati aveva avuto un episodio di rabbia o era emotivamente sconvolto nell’ora precedente l’infarto, mentre il 9,9% aveva provato gli stessi sentimenti il giorno precedente. È anche emerso che il 13,6% dei pazienti un’ora prima dell’infarto fosse impegnato in sforzi fisici importanti e il 9,1% lo era stato nelle 24 ore precedenti.
La spiegazione scientifica di questi risultati è la seguente: quando ci arrabbiamo tanto o avvertiamo delle emozioni negative (ansia, stress, angoscia…) o facciamo degli sforzi fisici tanto intensi, il nostro corpo lo avverte, a tal punto che il cuore batte più forte, la pressione si alza, le coronarie si stringono e aumenta la probabilità che placche aterosclerotiche si distacchino, formando dei trombi.
Uno dei ricercatori, che ha partecipato allo studio, ha spiegato: “In tutti questi casi, così come nelle popolazioni colpite da disastri naturali – quali i terremoti – dove il rischio di morte cardiaca improvvisa cresce moltissimo, stiamo parlando di uno stress emotivo acuto che provoca un incremento considerevole e rapido del cortisolo, l’ormone dello stress: ciò può alterare il metabolismo del glucosio, favorire la rottura di placche, causare aritmie. Più un evento o un’emozione sono inattesi e intensi, più è probabile che il sistema cardiovascolare non riesca a compensare lo squilibrio che provocano”.